Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 21:33

Perchè io sono la Via, la Verità e la Vita

perchè io sono la Via, la Verità e la VitaQuando penso al sacrificio della Croce ed a quanta poca stima noi facciamo dell'Amore di Cristo ... a quanto poco tempo consacriamo alla Sua maestà ... a quanto poco timore e riverenza abbiamo quando ci accostiamo alla Sua santità ... Oh Signore, abbi pietà, abbi misericordia di tutti noi. Cristo poteva dall'alto intercedere per gli uomini, poteva parlare con il Padre e con lo Spirito Santo, poteva guardare gli uomini da lontano ed in qualche modo intervenire in loro favore. Ma questo non sarebbe bastato alla perfetta santità celeste, alla giustizia del regno de' cieli. Signore manda me! Cristo offrì se stesso, senza riserve ... andrò Io a prenderli, pagherò Io il conto del peccato, mi farò uomo, mi caricherò dei loro dolori e delle loro malattie e scenderò sino agli abissi della morte, versando tutto il mio sangue per tutti coloro che vorranno credere in me. Io traccerò quella Via che non esiste, Io mostrerò loro la Verità e ristabilirò la pace con il Padre, perchè abbiano Vita eterna. Perchè "Io sono la Via, la Verità e la Vita e nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).

Ancora oggi è grazia, ancora oggi Cristo Gesù salva, sana, battezza. "Poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Unigenito Figliuolo, affinchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Quanlunque dolore, qualunque malattia, qualunque peccato, nulla può essere tanto grande da resistere al sangue versato alla Croce: "Non piangere; ecco il Leone, che è della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto ..." (Apocalisse 5:5).

Luoghi aridi e tenebre di solitudine

Dio provvederà cose migliori"Ed avete dimenticata l'esortazione, che vi parla come a figliuoli: Figliuol mio, non far poca stima della disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; perchè il Signore castiga chi egli ama, e flagella ogni figliuolo ch'egli gradisce" (Ebrei 12:5-6). Una delle fonti di dubbio per il credente è sempre rappresentato dall'attraversamento della prova. Tutti noi attraversiamo il deserto, luoghi aridi e tenebre di solitudine; allora gridiamo a Dio il nostro dolore e lamentiamo la sua assenza, provando l'angoscia di chi è dimenticato da Dio. Ma la Parola di Dio dice tutt'altra cosa. I salvati per grazia sono il frutto del sangue versato da Cristo, giammai potranno essere abbondonati o dimenticati. Noi troviamo il deserto nel Vecchio Testamento quanto nel Nuovo. Nel deserto, Dio ministra in modo diretto, esclusivo e come il vasellaio, l'Eterno forgia l'argilla riprendendola con le sue mani e passandola attraverso il fuoco per purificarla. La stessa strada fu percorsa da Cristo: "Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo" (Matteo 4:1). Dio permette il deserto e la prova non è assenza di amore ma divina presenza per "cose migliori". Quando Dio permette la prova e ci siamo dentro fino in fondo, per fede ringraziamolo perchè Egli è con noi; perchè noi siamo ancora suoi figliuoli, acquistati per il sangue dell'Agnello, ed Egli non mancherà di sostenerci e di trarci fuori, ministrandoci secondo la sua volontà in vista di cose migliori ed in vista del regno de' cieli. Qualunque cosa accada, noi siamo nelle sue mani. "Poichè a voi è stato di grazia dato per Cristo, non sol di credere in lui, ma ancora di patir per lui; avendo lo stesso combattimento..." (Filippesi 1:29-30).

Il vento soffia dove vuole

il vento soffia dove vuoleTante volte, gridiamo a Dio e Dio rimane in silenzio, sembra non risponderci. Preghiamo per un malato e la persona muore; preghiamo per un altro infermo e questo rimane nel suo letto di dolore. Allora iniziano a volare verso Dio i perchè, perchè questo, perchè quello, perchè Dio non rispondi? e magari citiamo a Dio le Scritture dicendo "sta scritto" o "Tu hai detto...", quasi a voler mettere al muro Dio o chiamarlo alle sue responsabilità. Un pò come fece Giobbe nelle sue prove. Ma Dio è Dio e non è tenuto a fare niente perchè l'essenza di tutto è la Sua volontà non la nostra. Egli è l'Onnipotente ed anche il Sovrano del tempo e del creato. Egli conosce ogni cosa, il principio e la fine di tutto sono nelle Sue mani e "il vento soffia dove vuole" (Giovanni 3:8). La nostra preghiera sia invece: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Il tuo regno venga. La tua volontà sia fatta" (Matteo 6:9-10). Il servo non dice al suo padrone cosa deve fare ma per fede glorifica il Suo Nome, crede e dice: la tua grazia mi basta!

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Quel luogo chiamato preghiera

quel luogo chiamato preghiera"Avendo dunque, fratelli, libertà d'entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, che è la via recente, e vivente, la quale egli ci ha dedicata ..." (Ebrei 10:19-20). L'autore della lettera fa un appello ed un incoraggiamento: noi che per grazia abbiamo accettato Cristo, nella preghiera ci accostiamo al Padre, con il quale Egli ci ha riconciliati. Non trascuriamo questo privilegio e questa libertà, perchè alla fine, preghiera non è parole ma un luogo, il santuario, alla presenza del Santo. Questo privilegio è il frutto dell'opera di Cristo, avendo noi oggi un gran Sommo Sacerdote e Re che è sopra la casa di Dio. "Ma tu quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa" (Matteo 6:6). Oltre le parole, Egli "vede", Egli conosce, Egli prende cura di noi. Dio ci benedica.

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Domande in cerca di risposte

frutti della Croce"Come il Padre mi ha amato, io altresì ho amati voi; dimorate nel mio amore. Se voi osservate i miei comandamenti, voi dimorerete nel mio amore..." (Giovanni 15:9-10). Tutti noi abbiamo mille domande, ogni giorno, sempre in cerca di risposte. Perché questo dolore, perché questa malattia, perché questa malvagità, perché questa rabbia, perché questa depressione, perché questi contrasti, perché questa solitudine, perché il lavoro... Gesù stesso risponde a tutte queste domande: "Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me, ed io in lui, esso porta molto frutto, poiché fuor di me non potete far nulla" (Giovanni 15:5). La differenza che rende unico il cristianesimo, è Dio che si è fatto uomo in Cristo, prendendo un corpo per servire e per riconciliare al Padre ciò che era perso. Tutte le risposte sono già state date alla Croce ("ogni cosa è compiuta", Giovanni 19:30), come aveva profetizzato Isaia (cap. 53, "Egli si è caricato dei nostri dolori"). Il figliuol prodigo della parabola (Luca cap. 15) patì l’allontanamento  dal Padre. Ma al suo ritorno trovò sempre le braccia aperte del Padre, pronto a fare festa per il figlio ritrovato. Dio rispetta la libertà e le scelte di ciascuno. Ma le braccia aperte alla Croce sono sempre pronte ad accogliere chi ritorna di cuore, con pentimento e ravvedimento nell’amore del Padre. “Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

A Dio la gloria!

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