Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 17:06

E Gesù pianse

la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce"E come egli fu presso della città, vedendola, pianse ..." (Luca 19:41). "E Gesù lagrimò" (Giovanni 11:35). Davanti alla città di Gerusalemme ed in occasione della morte di Lazzaro, Gesù pianse. Il Messia è Dio ma è anche sceso tra noi in perfetta forma umana; "perfetta" nel senso che in tutto e per tutto ha vestito la nostra umanità, senza mai peccare. Isaia cap. 53 profeticamente descrive chiaramente il Dio che si è fatto uomo, assumendo su di sè la colpa del peccato di Adamo; ma anche ogni dolore, ogni sofferenza, sino alla crudeltà della Croce ed ancora sino agli abissi delle tenebre della morte. Talchè Egli è familiare con i nostri dolori e si ricorda che siamo fili d'erba fragilissimi, che siamo vapore d'un breve istante. Ma perchè Gesù piange nei due episodi richiamati? qual è il filo conduttore che lega questi passi biblici del Nuovo Testamento? "tu non hai riconosciuto il tempo della tua visitazione" (Giovanni 19:44). "Che voglion dire quelle ferite, che tu hai in mezzo delle mani? Ed egli dirà: Son quelle che mi sono state date nella casa de' miei amici" (Zaccaria 13:6). "la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce" (Giovanni 3:19). Il popolo d'Israele era e resta il popolo eletto; ma un popolo da sempre "dal collo duro", ribelle, che nonostante le oltre trecento profezie del Vecchio Testamento sulla venuta del Messia, per la durezza del proprio cuore e per la propria ipocrisia religiosa, non riconosce "la luce" e rigetta Cristo sino allo scandalo della Croce. "E tutto il popolo, rispondendo, disse: Sia il suo sangue sopra noi, e sopra i nostri figliuoli" (Matteo 27:25). Israele tutto (così richiamando il sacrificio dell'agnello nel Vecchio Testamento) diventa il sacerdote che sacrifica l'Agnello purissimo al Padre: "per la lor caduta è avvenuta la salute a' Gentili", "e tu, essendo ulivastro, sei stato innestato in luogo loro, e fatto partecipe della radice" (Romani 11:11-17). Gesù piange il dolore dell'incredulità, della malvagità e della durezza del cuore. La stessa incredulità che ancora oggi porta gli uomini a rigettare la VIA della VERITA' tracciata duemila anni fa ma ancora oggi l'unica VIA che conduce al Padre Nostro. Signore aiutaci a fortificarci nello Spirito Santo e guidaci verso una testimonianza sana, per testimoniare che ancora oggi il buon profumo di Cristo è l'unica Via, l'unica Verità e l'unica speranza per questa generazione.

Attraversando il deserto

attraversando il deserto"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo" (Matteo 4:1). Perchè lo Spirito Santo porta Gesù nel deserto? e perchè la tentazione? Noi crediamo in Gesù Cristo come vero Dio e vero uomo, sceso tra noi per riscattare il mondo dalla maledizione del peccato. Come il peccato entra nel mondo attraverso un uomo (Adamo) così Cristo scende per aprire la Via. Tutti noi, seppure nati di nuovo in Cristo, attraverseremo il nostro deserto, fatto di momenti difficilissimi, allorquando ci sembrerà di venire meno per la strada. Ma prima di noi, Cristo, nella sua umanità, è già passato per il deserto, e quel solco del Maestro ci ricorda che Egli ha vinto per noi; "voi avrete tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, io ho vinto il mondo" (Giovanni 16:33). Nella tentazione, dove Adamo cadde, Gesù trionfa. Se vivi un momento buono, ringrazia Dio. Ma se sei entrato nel deserto, ringrazialo due volte. Perchè nel deserto, Dio ci isolerà, ci strapperà la maschera religiosa, ogni apparenza ed ipocrisia e ci ministrerà in modo particolare, personale. Egli farà quello che il vasaio fa all'argilla sulla ruota. Sarà doloroso? sì, certamente. Ma ne usciremo con una parola divina dettata direttamente al nostro cuore e ripieni di Spirito Santo. "Ora la speranza non confonde, perchè l'amore di Dio è sparso nei cuori nostri per lo Spirito Santo che ci è stato dato" (Romani 5:5). Attraversando il deserto, ricordiamoci di Cristo che per amore nostro ha attraversato lui per primo il deserto per donarci vita eterna. A lui sia la gloria in eterno. Amen.

La questione della decima

decima in tempo di grazia?Tra le tante cose (spesso inutili) delle quali si discute nel mondo evangelico, la questione della decima sembra essere un argomento sempre verde. Se alcuno ritiene di essere tenuto alla decima, provveda di conseguenza. Chi scrive ritiene che in quanto salvati per grazia, non solo la decima, ma tutta la nostra vita, e quindi tutte le nostre cose e finanze, appartengano a Dio. "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la mente tua. Quest'è il primo, e il gran comandamento" (Matteo 22:37-38). Se crediamo in Cristo e, come dice Paolo, siamo morti a noi stessi e risorti in Cristo a nuova vita, non c'è decima, perchè il 100% di noi e delle nostre finanze appartiene a Dio. Significativo il passo del giovane ricco (Luca 18:18-24); il quale osservava la legge ma il suo attaccamento al denaro costituiva un problema e nessuna decima fu sufficiente. Così anche "il quattrino della vedova" (Luca 21) posto in contrapposizione alla religiosità della decima. Come qualcuno ha detto, spesso il cuore si converte ma la tasca fa resistenza. Se c'è un posto dove quel demone chiamato "Legione" (Matteo cap. 5) può facilmente albergare, questo è proprio la tasca. MA "Dio ama un donatore allegro", Dio ama il suo figliuolo che confida in lui e pone tutto se stesso in Cristo, senza bisogno di calcolare decime o altro. Perciò, non condividiamo e non riteniamo conforme alla Parola il voler imporre la decima ai salvati per grazia. E qui appare opportuno allargare il tavolo di lavoro dottrinale con una precisazione: nell'Evangelo della Grazia NON c'è posto per la gloria umana. La gloria appartiene tutta a Cristo. Che non si trovi nel popolo di Dio, denominazione, pastore, fratello che utilizzi la pietà per scopi personali, che predichi un vangelo per arricchire. In questo tempo di profonda crisi economica - che anche i figliuoli di Dio si trovano a vivere, ed essendo in questo provati nel corpo e nello spirito - e con tante missioni e famiglie evangeliche in difficoltà, non è tempo di spendere in operazioni immobiliari o in eventi mondani, seppure fasciati di apparente cristianesimo. Rimaniamo attaccati al Fondamento, riguardiamo a Cristo, perfetto esempio di umiltà e di servizio, riguardiamo alla Chiesa degli Atti degli Apostoli e continuiamo a chiedere la guida e la potenza dello Spirito Santo, senza i quali invano si affaticano gli edificatori. Dio ci liberi dalla religiosità e dai tanti santoni che pure girano in mezzo a noi. Dio ci renda grazia di crescere di valore in valore, nella Via della Verità provveduta da Cristo, per arrivare quel giorno fedeli all'appuntamento e vedere Cristo faccia a faccia. 

Dia ciascuno secondo ciò che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore allegro. E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona (….) Sarete così arricchiti in ogni cosa onde potere esercitare una larga liberalità, la quale produrrà per nostro mezzo rendimento di grazie a Dio” (Seconda Lettera ai Corinzi, cap. 9, vers. 7 e segg.).

Voglio ringraziare il caro fratello in Cristo di Ancona, con il quale questo argomento è stato trattato e condiviso nel pieno amore di Cristo. Perchè la Verità della Parola ci unisce ed il Padre è il Padre Nostro. A Dio tutta la gloria.

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Anche in tempo di crisi, confidiamo in Cristo

confidiamo in CristoIn questo tempo di profonda crisi anche per i cristiani, continuiamo a riguardare Cristo ed a confidare nel Padre nostro. Nessuna cosa ci colga di sorpresa; tutto è scritto nella Parola, e benchè forestieri per sentieri deserti, il vento e l'arsura colpiscono anche noi. Ma Colui che è per noi e con noi è più forte del mondo ed ha vinto di una conquista scritta prima della fondazione del mondo. Gesù stesso ha inciso nei nostri cuori le sue parole di conforto e di speranza:  "... abbiate pace in me; voi avrete tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, io ho vinto il mondo" (Giovanni 16:33). In questi tempi malvagi, andiamo avanti per la Via tracciata da Cristo, senza scoraggiarci; e noi avremo pace e vittoria, perchè fedele è colui che ha fatto le promesse. Per questo, l'apostolo Paolo insiste: "Rallegratevi del continuo nel Signore; da capo dico, rallegratevi" (Filippesi 4:4). Ricerchiamo ancora di più la sua presenza in mezzo a noi, affinchè cresca la nostra conoscenza di Lui e della sua volontà, insistendo nella Parola e nella preghiera. E quand'anche vi fossero ladroni nel tempio, Dio ci liberi dai falsi fratelli che usano il nome di Cristo e la pietà come fonte di personale guadagno. Quanto a me, non voglio sapere altro se non di Cristo e di Cristo crocifisso. Preghiamo gli uni per gli altri perchè Dio ci preservi e ci porti avanti di valore in valore, alla Sua Gloria. 

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Non dire che non hai un Padre

non dire che non hai un Padre"PADRE Nostro che sei ne' cieli ..." (Matteo 6:9). Tutti siamo creature di Dio. Ma coloro che credono in Cristo e lo hanno sperimentato nella propria vita come personale Salvatore hanno il diritto di rivolgersi a Dio chiamandolo Abba Padre; perchè "abbiamo ricevuto lo Spirito d'adottazione, per il quale gridiamo: Abba Padre" (Romani 8:15). "E se siamo figliuoli, siamo ancora eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo" (8:17). Nessuno si senta orfano ma amato di un Amore che ha le radici avanti della fondazione del mondo, "poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figliuolo affinchè chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Il figlio riconosce il Padre ed il Padre conosce il figlio, e lo ama di un amore unico, intenso, profondo, tanto profondo sino alla Croce. Questa è una certezza. Il Padre conosce ogni cosa e tutto è nelle sue mani. Il Padre scruta i cuori, protegge, consola, conforta, provvede ai bisogni. Il Padre ama; anche quando la distanza aumenta, il Padre continua ad amare, e le sue braccia sono sempre pronte a perdonare e riabbracciare, per quell'amore della Croce che mai verrà meno. "Signore, a chi ce ne andremmo? tu hai le parole di vita eterna" (Giovanni 6:68).

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