Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 12:56

Dalla resurrezione alla destra del Padre (Parte 2)

Non toccarmi, perché io non sono ancora salito al Padre mioGesù le disse: Maria! Ed ella rivoltasi, gli disse: Rabboni! Che vuol dire: Maestro. Gesù le disse: Non toccarmi, perché io non sono ancora salito al Padre mio …” (Giovanni 20:17). Gesù risorto appare per primo a Maria Maddalena (Marco 16:9) - la donna che aveva liberato dalla schiavitù di sette demoni - e questa semplice ma fedele donna diviene il primo testimone del Cristo risorto. Leggendo questo passo ci siamo posti una precisa domanda: che significano le parole di Gesù “Non toccarmi, perché io non sono ancora salito al Padre mio”? Puntualizziamo i punti da esaminare: 1) perché Gesù invita Maria a non toccarlo? 2) Perché Gesù non è ancora salito al Padre? 3) Salire al Padre perché? a fare cosa?

Punto 1) “Non toccarmi”. In fondo, si tratta di una donna e la richiesta potrebbe essere legata ai divieti rivenienti dalla legge. Ma così non è perché nel suo cammino terreno Gesù si lascia toccare e ancora dopo la sua resurrezione le donne “accostatesi gli presero i piedi e l’adorarono” (Matteo 28:9). Si potrebbe rispondere che non poteva essere toccato perché il suo corpo non era ancora stato glorificato in cielo. Ma anche questa risposta non trova conferma sia per quanto detto prima e sia perché Gesù compare ai discepoli ed agli apostoli e mangia con loro, rompendo il pane (Luca 24:30) in ricordo del suo corpo spezzato sulla croce. Ed ancora, quando compare tra gli apostoli, invita l’incredulo Tommaso a toccarlo: “Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; porgi anche la mano, e mettila nel mio costato; e non sii incredulo, anzi credente” (Giovanni 20:27). Perché allora il Gesù risorto a Maria Maddalena dice: “non toccarmi” ed a Tommaso: toccami?  Il “non toccarmi” (Giov. 20:17) in alcune versioni coma la Nuova Riveduta, è tradotto “non trattenermi”. Un passo del Vecchio Testamento ci sembra dare una indicazione di lettura: “E Giacobbe restò solo; ed un uomo lottò con lui fino all’apparir dell’alba (…) E quell’uomo gli disse: Lasciami andare, perché già spunta l’alba. E Giacobbe gli disse: Io non ti lascerò andare, che tu non mi abbi benedetto” (Genesi 32:24-26). Il senso delle parole riferite a Maddalena sembra essere questo: non toccarmi, non mi trattenere, lasciami andare, ti ho già benedetto perdonando tutti i tuoi peccati, sono morto per te e tutto è compiuto, l’opera mia in te è completa e tutto questo glorifica il Padre mio al quale vado. “Non temere, perché io ti ho riscattato, io ti ho chiamato per nome; tu mi appartieni” (Isaia 43:1). In linea di pensiero, deve essere anche quanto detto da Gesù alla Samaritana: “i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità (…) Iddio è Spirito; perciò conviene che coloro che l’adorano, l’adorino in spirito e verità” (Giovanni 4:23-24). E Maria Maddalena - che dal tocco di Gesù era stata trasformata in una fedele discepola che aveva seguito il Maestro nel suo cammino, sotto la croce e ancora al sepolcro - era pronta per comprendere l’avvicinarsi del distacco umano e quella nuova dimensione dell’adorazione in spirito verso la quale Gesù stesso la spinge con quel “non toccarmi”, “non trattenermi” nell’umano.  

Mentre Maria Maddalena vuole toccare, trattenere, abbracciare il Maestro per un profondo senso di gratitudine e di amore, Tommaso vuole toccare per incredulità. Per queste diverse premesse, Gesù dice a Tommaso: tocca le mie ferite, tocca il mio corpo spezzato per te. Questo ci parla di rapporto uno ad uno. Ciascuno di noi è prezioso per Dio e ciascuno è trattato secondo il proprio bisogno, perché ciascuno è “chiamato per nome”. “Signore, tu mi hai investigato, e tu mi conosci” (Salmo 139:1).  

Padre aiutaci a conoscerti di più, ad avere più fede in te, a comprendere di più e mettere in pratica la tua Parola, aiutaci a camminare per la Via della Verità, aiutaci ad avere più carità nella pienezza dello Spirito Santo. Dio benedica le nostre vite!

A seguire, parte 3: il Cristo della gloria alla destra del Padre.

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Cristo, l’offerta al Padre per l’umanità (parte 1)

Cristo, l'offerta al Padre per l'umanitàIl quale, essendo in forma di Dio, non reputò rapina l’essere uguale a Dio. E pure annichilì se stesso, presa forma di servo, fatto alla somiglianza degli uomini; e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce (…) e che ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:6-11). Quello che noi traduciamo “annichilì” deriva dal greco kenosis che indica lo svuotare. Cristo Gesù, pur essendo Dio (Giovanni 10:30), non rimase arroccato nella propria Maestà ma si svuotò della propria essenza divina, deponendo se stesso al Padre quale sommo sacrificio del riscatto, della giustificazione e della riconciliazione (Romani 5:1). Cristo, vero Dio, lascia il trono celeste per divenire uomo, uno di noi, “uomo di dolori” (Isaia 53), per tracciare ancora la Via della Verità (Giovanni 14:6) in adempimento alla promessa delle origini (Genesi 3:15). Cristo viene tra noi, cammina, opera, testimonia del Padre, esattamente come le profezie dell’Antico Testamento avevano anticipato (Luca 24:25). E seguendo il rituale levitico, Cristo si presenta a Giovanni Battista; l’Agnello davanti all’unico sommo sacerdote (perché discendente di Aronne - Luca 1:5) per essere infine innalzato sulla croce in sacrificio al Padre per l’umanità (Isaia 53:10). Come nel rituale levitico il sommo sacerdote offre l’agnello per il popolo, Cristo – l’Agnello purissimo senza macchia – viene offerto dal sommo sacerdote rappresentato dal popolo d’Israele: “Pilato disse loro: che farò dunque di Gesù, detto Cristo? Tutti gli dissero: sia crocifisso” (Matteo 27:22); “E tutto il popolo, rispondendo, disse: sia il suo sangue sopra noi, e sopra i nostri figliuoli” (27:25). Ma dopo tre giorni, Cristo resuscita e questo ancora ci testimonia di come il Padre ha ricevuto ed accettato il sacrificio. Dopo la Via della Verità, la Vita eterna è il dono della grazia per chi crede.

A seguire, parte 2: il Cristo della gloria. Dalla resurrezione alla destra del Padre.

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Io sono restato solo

io sono restato soloio sono restato solo” (1 Re 19:14). Elia è chiamato il profeta del fuoco per come Dio lo usa potentemente per manifestare la sua gloria. Nonostante ciò, qui ritorna una costante umana: la debolezza dell’uomo, la fragilità della carne. Sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, Dio ha sempre manifestato la sua potenza e non solo nella evidenza della maestà del creato: il Mare si apre, i malati guariscono, il fuoco scende, i morti resuscitano, i pani ed i pesci si moltiplicano, il vento e le onde si quietano … ma tanta potenza viene subito dimenticata e la paura, lo sconforto, la debolezza prendono il sopravvento. Il cammino cristiano è tutt’altro che facile; per questo, Paolo confermava gli animi de’ discepoli “confortandoli di perseverar nella fede, ed ammonendoli che per molte afflizioni ci conviene entrare nel regno di Dio” (Atti 14:22). Il cammino è fatto di tanto deserto, il popolo d’Israele lo conosce bene, i profeti lo conoscono, Giovanni Battista e anche Cristo non inizia il proprio ministero se non prima attraversando il deserto, dove lo Spirito Santo in persona lo ha condotto (Matteo 4:1). Umanamente, può allora capitare (e succede) di sentirsi soli. Soprattutto nel momento in cui vediamo tanti “grandi” uomini di Dio essere passati dall’altra parte; chi scrive ha in mente servi come Leonard Ravenhill, Aiden W.Tozer, Martyn Lloyd Jones, David Wilkerson, Charles Greenaway, Bob Jennings …; soprattutto quando vediamo la povertà spirituale in mezzo a noi, se non falsi profeti e false dottrine. Ma il Signore rispose ad Elia, come ancora oggi risponde a noi: “or io ho riserbati in Israele settemila uomini, che sono tutti quelli le cui ginocchia non si sono inchinate a Baal, e la cui bocca non lo ha baciato” (1 Re 19:18). Il verso (19) continua: “Ed Elia si partì di là”. Le sensazioni ed i sentimenti umani ci tradiranno cercando di fermarci. Ma Dio conferma che sempre mantiene vivo un popolo che lo adora e cammina in fedeltà e ci incoraggia ad andare avanti per la Via della Verità. Tanto più oggi per noi, figli della grazia, questo è l’incoraggiamento e la promessa: “Io sono con voi in ogni tempo, infino alla fine del mondo. Amen” (Matteo 28:20).   

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Il segreto dell'apostolo Paolo

il segreto dell'apostolo PaoloPerché Paolo si esprime dicendo: non voglio sapere altro se non di Cristo e di Cristo crocifisso? (1 Corinzi 2:2). Paolo era israelita, della tribù di Beniamino (Romani 11:1 – Filippesi 3:5), fariseo quanto alla legge, osservante sino al punto da perseguitare quanti predicavano Cristo come Messia e Salvatore. Quando Stefano a motivo della testimonianza viene lapidato, le sue vesti vengono poste ai piedi di Saulo (Atti 7:58). Ma Saulo viene folgorato sulla via di Damasco, incontra la grazia che si chiama Cristo, il Messia, e diviene Paolo, ripieno dello Spirito Santo (Atti 13:9). 1) Paolo era un uomo colto, profondo conoscitore ed osservante della legge. Ma comprende che la grazia sopravanza ogni umana conoscenza, che Cristo è la Via, la Verità e la Vita e che “chiunque crede è giustificato per mezzo di lui" (Atti 13:39). 2) Paolo conosce la malvagità umana, prima di tutto perché ha consapevolezza della propria malvagità, ricorda chi era (1 Timoteo 1:13) e chi è adesso in Cristo (Romani 1:1 – 15:15-16 – Filippesi 1:17 – 1 Timoteo 1:12). 3) Paolo conosce il mondo e la mondanità, conosce le opere della carne (Galati 5:19). 4) Paolo sa che anche in mezzo a quanti si dicono discepoli, fratelli e credenti molti sono falsi cristiani, falsi fratelli (Galati 2:4), falsi profeti, falsi apostoli (2 Corinzi 11:13 e 26), molti insinuano false dottrine contrarie  all’evangelo di Cristo (Galati 1:6-12) e molti predicano l’evangelo per guadagno e vanagloria personale (1 Timoteo 6:5). 5) Paolo ha sperimentato la sovranità di Cristo, ha compreso che nella debolezza si manifesta la potenza di Dio (2 Corinzi 12:7:10), onde non insuperbire nella carne. La sua grazia ci basta. Il segreto della vittoria di Paolo è una vita completamente arresa a Cristo, una vera nuova nascita: “Io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me” (Galati 2:20). Ciò che ricerca è “il medesimo sentimento di Cristo” (Filippesi 2:5) e “la mente di Cristo” (1 Corinzi 2:16); per questo, “a me il vivere è Cristo, e il morire guadagno” (Filippesi 1:21). Paolo sperimenta la potenza dello Spirito Santo. Lo stesso Spirito Santo che ha resuscitato Cristo dai morti opera in Paolo; per questa potenza “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Filippesi 4:13). Paolo sta dicendo: per l’amore di Cristo e per la potenza dello Spirito Santo io posso sopportare ogni cosa, ogni persecuzione, ogni ingiuria, ogni dolore, ogni amarezza, ogni tradimento, ogni mancanza; io posso, per la potenza che viene dall’alto, accostarmi al monte della santità, gridare Abba Padre, aprire bocca e testimoniare l’eccellenza di Cristo, pregare per la salvezza e la guarigione dei miei fratelli, non rispondere alle offese quando è il momento di tacere … perché sono stato acquistato col sangue di Cristo e sono cittadino del regno dei cieli, dove Cristo è il Re dei re. Per tutto questo, io Paolo, non voglio sapere altro se non di Cristo.

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2018. Ricominciamo da Cristo

2018. Ricominciamo da CristoPerciocché io non mi ero proposto di sapere altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso” (1 Corinzi 2:2). Su questo punto, Paolo insiste in tutte le sue lettere: “noi non ci confidiamo in noi stessi, ma in Dio, il quale risuscita i morti” (2 Corinzi 1:9). Paolo ha ben chiara la situazione dell’uomo, la sua natura peccaminosa e mortale. Ma ha sperimentato ed è fedele testimone della potenza e della gloria di Cristo che morendo per l’umanità ha spezzato le catene delle tenere per dare luce, speranza e vita eterna. Paolo sa bene che Cristo è l’unica speranza per l’uomo ed arriva a comprendere per grazia che le cose del mondo sono danno “per l’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale io ho fatta perdita di tutte queste cose … affinché io guadagni Cristo” (Filippesi 3:7-8). Non facciamoci distrarre dalle cose di questo mondo ma volgiamo lo sguardo a Cristo. Non siamo chiamati a giudicare il mondo ma a testimoniare con spirito di servizio dell’amore di Cristo e del Vangelo della grazia. Qualunque cosa accada ancora in questo anno, rimaniamo ai piedi del Maestro confidando in Lui. “… Cristo abiti ne’ vostri cuori per la fede. Affinché, essendo radicati, e fondati in carità, possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, e la profondità, e l’altezza, e conoscer la carità di Cristo, che sopravanza ogni conoscenza; affinché siate ripieni fino a tutta la pienezza di Dio” (Efesi 3:18-19). Oh Signore, dacci ancora questa attitudine di vita, perché vogliamo conoscerti di più e realizzare la pienezza di Spirito Santo nelle nostre vite. Dio benedica e fortifichi tutti i santi sparsi nel mondo e ciascuno possa essere usato nella propria terra quale strumento di benedizione per gli altri alla gloria di Dio.

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