Padre Nostro
“PADRE NOSTRO che sei ne’ cieli, sia santificato il tuo nome” (Matteo 6:9). Il primo articolo del 2017 voglio dedicarlo alla preghiera che costituisce il modo per parlare con Dio; e tutti noi siamo in debito di preghiera. Una volta riconciliati col Padre (Romani 5:1), dobbiamo imparare a parlare con Dio. Gesù stesso ci insegna il modo, ci fornisce il modello, al fine di evitare monologhi sterili fatti di parole vuote. Una cosa è pregare - parlare con Dio – altra cosa è recitare moltitudine di parole. La premessa (verso 8) è che Dio ci conosce in profondità e sa le cose di cui abbiamo bisogno e più delle parole, Egli riguarda al nostro cuore (verso 6). La parola “Padre” definisce una delle manifestazioni sante di Dio, come avviene quando diciamo l’Eterno, l’Altissimo, l’Onnipotente. Nel senso umano, un padre può anche essere malvagio; ma qui è escluso l’equivoco, perché il rafforzativo “che sei nei cieli” toglie ogni dubbio. Il riferimento richiama la Sua perfezione ed un amore vicino che dal cielo scorre tutta la terra e riguarda ad ogni uomo. Se riconosciamo in Lui il Padre, riconosciamo la Sua sovranità, ci sottomettiamo come figliuoli e siamo in dovere di ascoltare ed obbedire. Per questo, è la Sua volontà che ricerchiamo. Questo rapporto si fortifica attraverso la preghiera e cresce nella fede. Il nostro pregare diventa allora il luogo “santissimo” al cospetto del Padre e glorifica Cristo, perché è soltanto per la Sua grazia che tutto ciò è divenuto possibile; perchè Egli ha tracciato la Via della Verità. Davanti al Padre siamo pienamente cristiani e la preghiera dice chi eravamo, chi siamo e dove stiamo andando. “Padre … che sei ne’ cieli” ha identificato Dio. “Nostro” esprime una dimensione di fratellanza, senza la quale non c’è Padre. Se dico di amare Dio ed odio o ignoro il mio fratello, tutto il mio cristianesimo è solo una illusione. Padre non esiste se non riconosco anche la dimensione fraterna, il popolo di Dio salvato per grazia che costituisce la chiesa nel senso apostolico, il Corpo di Cristo, la Sposa (Apocalisse 22:17). “Padre nostro che sei ne’ cieli” alla fine è tradurre in preghiera il gran comandamento di Cristo: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua. Quest’è il primo e gran comandamento. E il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:37-39). Dio ci aiuti a desiderare e ricercare un rapporto vero, più profondo con Lui, attraverso una preghiera semplice, giusta, spontanea e soprattutto secondo l’insegnamento di Cristo.