PADRE NOSTRO che sei ne' cieli
"PADRE NOSTRO che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome" (Matteo 6:9). Per chi vuole essere discepolo di Cristo, ci sono due momenti fondamentali. Il ravvedimento e la nuova nascita - che portano alla giustificazione (Romani 5:1) - e la preghiera. Il sacrificio sulla Croce ci apre la Via e ci conduce al Padre. Allora, come parlare al Padre? Gesù stesso ci raccomanda il modo di pregare, l'attitudine richiesta a chi si accosta al Signore; il quale è Padre perchè tramite Cristo siamo diventati suoi figliuoli; "...avete ricevuto lo Spirito d'adottazione, per il quale gridiamo: Abba, Padre" (Romani 8:15). Questo ci parla di certezza, perchè un padre riconosce suo figlio, ed il figlio riconosce il padre. Ma anche rapporto, sottomissione, obbedienza, autorità, giustizia, amore. Umanamente, un padre può anche essere miserabile. Ma il testo specifica subito: "che sei ne' cieli". E questo identifica Dio, il buon Padre, la maestà e la unicità di Colui che è il creatore dell'universo, l'Eterno, l'Onnipotente. Dall'alto de' cieli, dall'alto della sua maestà, Egli conosce ogni cosa, i suoi occhi scorrono la terra, e niente di ogni uomo gli è occulto, perchè tutti conosce da prima della fondazione del mondo e perchè di ogni uomo ha scrutato l'anima già nel ventre, mentre le ossa prendevano forma. Amore del Padre che dalla sua maestà, dalla sua altezza de' cieli ci ha raggiunti nelle nostre bassezze per mezzo di Cristo: "Poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinchè chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Quel regno celeste, è anche la nostra patria eterna, perchè la promessa è che noi lo vedremo "faccia a faccia". " I quali per fede vinsero regni, operarono giustizia, ottennero promesse ..." (Ebrei 11:33).
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