Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 17:50

PADRE NOSTRO che sei ne' cieli

PADRE NOSTRO che sei ne' cieli"PADRE NOSTRO che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome" (Matteo 6:9). Per chi vuole essere discepolo di Cristo, ci sono due momenti fondamentali. Il ravvedimento e la nuova nascita - che portano alla giustificazione (Romani 5:1) - e la preghiera. Il sacrificio sulla Croce ci apre la Via e ci conduce al Padre. Allora, come parlare al Padre? Gesù stesso ci raccomanda il modo di pregare, l'attitudine richiesta a chi si accosta al Signore; il quale è Padre perchè tramite Cristo siamo diventati suoi figliuoli; "...avete ricevuto lo Spirito d'adottazione, per il quale gridiamo: Abba, Padre" (Romani 8:15). Questo ci parla di certezza, perchè un padre riconosce suo figlio, ed il figlio riconosce il padre. Ma anche rapporto, sottomissione, obbedienza, autorità, giustizia, amore. Umanamente, un padre può anche essere miserabile. Ma il testo specifica subito: "che sei ne' cieli". E questo identifica Dio, il buon Padre, la maestà e la unicità di Colui che è il creatore dell'universo, l'Eterno, l'Onnipotente. Dall'alto de' cieli, dall'alto della sua maestà, Egli conosce ogni cosa, i suoi occhi scorrono la terra, e niente di ogni uomo gli è occulto, perchè tutti conosce da prima della fondazione del mondo e perchè di ogni uomo ha scrutato l'anima già nel ventre, mentre le ossa prendevano forma. Amore del Padre che dalla sua maestà, dalla sua altezza de' cieli ci ha raggiunti nelle nostre bassezze per mezzo di Cristo: "Poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinchè chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Quel regno celeste, è anche la nostra patria eterna, perchè la promessa è che noi lo vedremo "faccia a faccia". " I quali per fede vinsero regni, operarono giustizia, ottennero promesse ..." (Ebrei 11:33). 

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Quella bugia della grande fede

Padre donaci una vera fede"... se avete fede quanto un granel di senape, voi direte a questo monte: passa di qui a là, ed esso vi passerà; e niente vi sarà impossibile" (Matteo 17:20). Spesso capita di sentire persone che dichiarano di avere una grande fede. Questo comporta 3 ordini di problemi. 1) Nessun uomo ha una grande fede. Gesù stesso dichiara che già una minuscola fede sarebbe in grado di spostare le montagne. E ancora non ho visto uomo in grado di farlo. Un vero uomo di fede non direbbe mai di avere una grande fede, pittosto, come il pubblicano, si batte il petto dicendo: "O Dio, sii placato verso me peccatore" (Luca 18:13). 2) La seconda domanda è: fede in chi? e in cosa? molti onorano Dio soltanto con le labbra ma senza il cuore (Matteo 15:8-9), perchè in realtà non lo hanno mai conosciuto come proprio personale salvatore e la loro vita non è trasformata dalla Croce e tutt'al più "hanno lo zelo di Dio, ma non secondo conoscenza" (Romani 10:2). E questo ci porta al terzo problema: 3) "La fede viene dunque dall'udire, e l'udire viene dalla Parola di Dio" (Romani 10:17). Senza cioè la lettura della Bibbia non può esserci conoscenza di Cristo e non può esserci fede, perchè ancora oggi Dio parla agli uomini attraverso la sua Parola. Allora, dirsi cristiani, mettersi l'etichetta religiosa, non serve a niente. Conoscere Cristo attraverso una reale esperienza di fede (Giovanni cap. 3, Nicodemo), attraverso il riconoscersi peccatori ed una nuova vita in Cristo, questo ci porterà su quell'unica Via della Verità che farà crescere in noi la vera fede. Una piccola vera fede fondata sulla Parola sarà già tanto. Dio ci aiuti a coltivare giorno per giorno questa piccola fede ed essere servi fedeli ed ambasciatori di Cristo, ancora oggi, in questo tempo. A Dio la gloria. 

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Padre Nostro

Padre NostroPADRE NOSTRO che sei ne’ cieli, sia santificato il tuo nome” (Matteo 6:9). Il primo articolo del 2017 voglio dedicarlo alla preghiera che costituisce il modo per parlare con Dio; e tutti noi siamo in debito di preghiera. Una volta riconciliati col Padre (Romani 5:1), dobbiamo imparare a parlare con Dio. Gesù stesso ci insegna il modo, ci fornisce il modello, al fine di evitare monologhi sterili fatti di parole vuote. Una cosa è pregare - parlare con Dio – altra cosa è recitare moltitudine di parole. La premessa (verso 8) è che Dio ci conosce in profondità e sa le cose di cui abbiamo bisogno e più delle parole, Egli riguarda al nostro cuore (verso 6). La parola “Padre” definisce una delle manifestazioni  sante di Dio, come avviene quando diciamo l’Eterno, l’Altissimo, l’Onnipotente. Nel senso umano, un padre può anche essere malvagio; ma qui è escluso l’equivoco, perché il rafforzativo “che sei nei cieli” toglie ogni dubbio. Il riferimento richiama la Sua perfezione ed un amore vicino che dal cielo scorre tutta la terra e riguarda ad ogni uomo. Se riconosciamo in Lui il Padre, riconosciamo la Sua sovranità, ci sottomettiamo come figliuoli e siamo in dovere di ascoltare ed obbedire. Per questo, è la Sua volontà che ricerchiamo. Questo rapporto si fortifica attraverso la preghiera e cresce nella fede. Il nostro pregare diventa allora il luogo “santissimo” al cospetto del Padre e glorifica Cristo, perché è soltanto per la Sua grazia che tutto ciò è divenuto possibile; perchè Egli ha tracciato la Via della Verità. Davanti al Padre siamo pienamente cristiani e la preghiera dice chi eravamo, chi siamo e dove stiamo andando. “Padre … che sei ne’ cieli” ha identificato Dio. “Nostro” esprime una dimensione di fratellanza, senza la quale non c’è Padre. Se dico di amare Dio ed odio o ignoro il mio fratello, tutto il mio cristianesimo è solo una illusione. Padre non esiste se non riconosco anche la dimensione fraterna, il popolo di Dio salvato per grazia che costituisce la chiesa nel senso apostolico, il Corpo di Cristo, la Sposa (Apocalisse 22:17). “Padre nostro che sei ne’ cieli” alla fine è tradurre in preghiera il gran comandamento di Cristo: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua. Quest’è il primo e gran comandamento. E il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:37-39). Dio ci aiuti a desiderare e ricercare un rapporto vero, più profondo con Lui, attraverso una preghiera semplice, giusta, spontanea e soprattutto secondo l’insegnamento di Cristo.     

La prospettiva cristiana

a Dio la gloriaLa prospettiva cristiana è diversa ed unica rispetto ad ogni altra. Il vero cristiano - nato di nuovo in Cristo, in cammino secondo la Parola ed comunione col Padre – ha un solo fine: glorificare Dio per mezzo di Cristo. “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua” (Matteo 22:37).  Lo scopo della vita cristiana non è la felicità dell’uomo. La salvezza in Cristo non è il mezzo per ottenere più felicità, più soldi, più potere, più saggezza, più benessere o un posto al sole in paradiso … quell’evangelo della prosperità è soltanto spazzatura, falsa dottrina piegata all’interesse umano in cerca di guadagni nel nome di Dio. Per noi, la finalità dell’esistenza è dare gloria a Dio, questo è il vero cristianesimo. Amiamo Dio perché Egli ci ha amati per primo, perché Cristo è morto per noi e oggi “giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio” (Romani 5:1). Amiamo Cristo perché un cuore ravveduto e pieno di gratitudine è portato naturalmente ad adorare ed obbedire il Creatore e perché Dio è ogni cosa nella nostra vita e all’infuori di Dio non esiste altro. La sua grazia ci basta. Perché Egli è Santo, perché Egli è degno di essere seguito, obbedito, adorato. Possa lo Spirito Santo aiutarci a vivere nella perfetta volontà di Dio, insegnandoci a confidare in Lui in ogni situazione, a santificarci, giorno per giorno, per dare gloria a Dio in modo degno della sua santità. “In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Tessalonicesi 5:18).

Tempi malvagi. Tranquilli, il peggio deve ancora arrivare

Dio è sovrano dei tempiCome cristiani il cui riferimento è Cristo e la Bibbia, Parola di Dio, viviamo nel mondo come pellegrini in terra straniera. Siamo esposti a tutto ma anche guardati dall'alto e preservati per la sua gloria. Poichè sappiamo in chi abbiamo creduto, qualunque cosa accada, siamo nelle sue mani e "tutte le cose cooperano al bene, a coloro che amano Iddio" (Romani 8:28). Nella prospettiva profetica della Parola, sappiamo di vivere in tempi malvagi ma sappiamo anche che tempi ancora più bui stanno per arrivare. Ma Dio è sovrano ed Egli ha i tempi e la storia nelle sue mani; e noi siamo il frutto del sangue dell'Agnello, morto in croce per noi. In questi tempi e nei giorni a venire, la rivelazione della gloria di Cristo provvederà la forza necessaria per rimanere fedeli all'Evangelo della grazia e continuare a testimoniare del buon profumo di Cristo. Come possiamo trovare o avere questa forza? "cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia ... non siate dunque con ansietà solleciti del giorno di domani" (Matteo 6:33-34). Conosciamo di più Dio, preghiamo, meditiamo la Bibbia, più tempo alla sua presenza, chiediamo più fede, più carità e la pienezza dello Spirito Santo. Camminiamo per la Via e conosceremo "la verità, e la verità vi renderà liberi" (Giovanni 8:32). 

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