frutti della Croce"Come il Padre mi ha amato, io altresì ho amati voi; dimorate nel mio amore. Se voi osservate i miei comandamenti, voi dimorerete nel mio amore..." (Giovanni 15:9-10). Tutti noi abbiamo mille domande, ogni giorno, sempre in cerca di risposte. Perché questo dolore, perché questa malattia, perché questa malvagità, perché questa rabbia, perché questa depressione, perché questi contrasti, perché questa solitudine, perché il lavoro... Gesù stesso risponde a tutte queste domande: "Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me, ed io in lui, esso porta molto frutto, poiché fuor di me non potete far nulla" (Giovanni 15:5). La differenza che rende unico il cristianesimo, è Dio che si è fatto uomo in Cristo, prendendo un corpo per servire e per riconciliare al Padre ciò che era perso. Tutte le risposte sono già state date alla Croce ("ogni cosa è compiuta", Giovanni 19:30), come aveva profetizzato Isaia (cap. 53, "Egli si è caricato dei nostri dolori"). Il figliuol prodigo della parabola (Luca cap. 15) patì l’allontanamento  dal Padre. Ma al suo ritorno trovò sempre le braccia aperte del Padre, pronto a fare festa per il figlio ritrovato. Dio rispetta la libertà e le scelte di ciascuno. Ma le braccia aperte alla Croce sono sempre pronte ad accogliere chi ritorna di cuore, con pentimento e ravvedimento nell’amore del Padre. “Perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

A Dio la gloria!

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