Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 20 Aprile 2025 14:25

Ritorno a casa. In ricordo del fr. Francesco Toppi

Francesco Toppi"Io ho chiesta una cosa al Signore, quella procaccerò: che io dimori nella Casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per mirare la bellezza del Signore, e visitare il suo Tempio" (Salmo XXVII). Giovedì 14 agosto, il caro fratello Francesco Toppi - già pastore e presidente delle Chiese Cristiane Evangeliche Pentecostali Assemblee di Dio in Italia - è stato richiamato alla Casa del Padre. Siamo grati a Dio (e soltanto a Dio va ogni lode e ringraziamento) per come ha usato questo suo figliuolo, esempio, per quanti lo hanno conosciuto, di fedeltà, costanza ed attaccamento alla Parola di Dio. Umanamente, siamo addolorati perchè amavamo questo ambasciatore di Cristo e perchè un altro grande servo dell'Eterno ci lascia. Spiritualmente, ringraziamo Dio della Sua infinita ed eterna misericordia. Il tesoro di un uomo, la casa di uomo, è laddove riposa il suo cuore; orbene, il cuore del nostro fratello in Cristo, era presso il Padre; e, dunque, è un ritorno a casa. Molti dovrebbero riflettere sul fatto che questo mondo non è la nostra casa e questo tempo della vita che il Signore ci concede è l'opportunità unica che abbiamo per conquistare il regno dei cieli e la salvezza in Cristo per la vita eterna. "Io ho combattuto il buon combattimento, io ho finito il corso, io ho serbata la fede. Nel rimanente, mi è riposta la corona della giustizia, della quale mi farà in quel giorno retribuzione il Signore, il giusto Giudice" (II° Timoteo, 4:7). Possa Dio suscitare altri uomini altrettanto benedetti, coraggiosi e ripieni di Spirito Santo, altre voci che gridano nel deserto di questo mondo "Acconciate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri".

La vedetta – Il guardiano – La sentinella. Questioni di vita eterna. La Salvezza dell’anima.

Ritorniamo all'Evangelo apostolicoLa nostra vocazione, la nostra chiamata ha un obiettivo preciso ed un effetto conseguente. Accettare Cristo, mediante la nuova nascita, camminare secondo "la Via" indicata dal Maestro e dalla Parola di Dio (Bibbia). Per l'effetto, essere di benedizione per gli altri attraverso la testimonianza dell'Evangelo, affinché nuove anime possano abbracciare Cristo. Non è compito nostro salvare le persone; ma è nostro dovere di cristiani indicare Cristo il Salvatore. Nel cuore della teologia cattolico romana vi sono molte eresie, tra cui quella che ha portato un uomo al vertice di un consenso religioso. Ma la tradizione umana NON può superare e modificare la Parola di Dio e l'Evangelo della Grazia. E sulla Bibbia non ci può essere nessuna trattativa, nessuno scostamento, nessun accordo, nessuna umana intesa. L'essenza dell'amore cristiano è l'ubbidienza: "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio.." (Giovanni, 14:21). L'ubbidienza che porta alla "santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore" (Ebrei, 12:14). “Chi dice: io l’ho conosciuto, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è nel tale. Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio è veramente compiuto nel tale; per questo conosciamo che noi siamo in lui. Chi dice di dimorare in Lui, deve, come Egli camminò, camminare egli ancora simigliantemente” (Prima Epistola di Giovanni, 2: 4-6)… “questo è l’amore di Dio, che noi osserviamo i suoi comandamenti” (5:3). Tanto che lo stesso apostolo Paolo mette in guardia i credenti dalle false dottrine degli uomini vendute come vangelo: "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema" (Galati, 1:8). E' allora nostro dovere in Cristo essere sentinelle ed invitare ogni appartenente alla chiesa cattolico-romana - dal suo vertice all'ultimo cattolico - ad un ritorno all'Evangelo apostolico, senza il quale non vi è cristiano e non vi è salvezza. Il nostro posto è ai piedi della Croce, al centro della volontà di Dio, né a destra, né a sinistra.

La nostra testimonianza, il nostro invito, la nostra costanza e perseveranza nell’annunciare Cristo e l’Evangelo adempiono la missione della vedetta (Ezechiele, cap. 33).

“… io ti ho costituito vedetta alla casa di Israele; ascolta dunque la parola della mia bocca, ed ammoniscili da parte mia. Quando io avrò detto all’empio: empio, di certo tu morrai; e tu non avrai parlato, per ammonire l’empio che si ritragga dalla sua via, esso empio morrà per la sua iniquità; ma io ridomanderò il suo sangue dalla tua mano. Ma se tu ammonisci l’empio ch’egli si converta dalla sua via, ed egli non se ne converte, egli morrà per la sua iniquità; ma tu avrai scampata l’anima tua” (Ezechiele, cap. 33, versi 7-9).

Un giorno, tutti saremo davanti al Trono della Grazia e ciascuno sarà giudicato per raccogliere ciò che avrà seminato in vita. Niente tempi supplementari, nienti recuperi, niente intercessioni. In quell'ora, ci presenteremo come Suoi figliuoli degni dell'Evangelo o ci presenteremo come pezzenti che non hanno voluto accettare il dono della grazia in Cristo?

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati i demoni, e fatte in nome tuo, molte potenti operazioni? Ma io allora protesterò loro: Io non vi conobbi giammai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo, 7:21-23).  

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Credi Tu questo?

Credi tu questo?In occasione della morte di Lazzaro, Gesù si rivolge a Marta con queste parole: “Io sono la resurrezione e la vita; chiunque crede in me, benché sia morto, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà giammai in eterno. Credi tu questo?” (Giovanni, cap. 11, verso 25). Egli è Colui che dà la salvezza, che dona la vita eterna, Colui che dona pace al cuore dell’uomo. I giudei del tempo sono l’espressione di quella incredulità che ancora oggi è presente tra gli uomini. I giudei del tempo rinnegarono il Maestro arrivando a crocifiggerlo. Ed ancora oggi gli uomini continuano a rinnegarlo … ecco perché la domanda di allora resta ancora piena di attualità: “Credi tu questo?”. Credi veramente che Gesù è la resurrezione e la vita? E la tua vita è conseguentemente coerente con gli insegnamenti di Cristo e l’Evangelo? 

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La preghiera

Padre... grazie...Molte chiese pentecostali italiane, domenica 8 giugno hanno dedicato la giornata alla preghiera. E’ una chiamata specifica quella fatta al popolo dei credenti: una maggiore consacrazione, una maggiore intimità con Dio, una maggiore disponibilità ed attitudine  alla testimonianza dell’Evangelo. Non stanchiamoci quindi di pregare per una maggiore santificazione e consacrazione personale; per il battesimo di Spirito Santo ed i Suoi doni; per quanti, intorno a noi, parenti, amici e conoscenti non hanno ancora fatto l’esperienza della nuova nascita, sapendo che tutti hanno bisogno di afferrare la mano di Cristo. Ancora, preghiamo per ogni necessità del popolo di Dio, sia spirituale che materiale; per quanti sono deboli nella fede e si sono allontanati; per quanti sono in malattia, per gli anziani, per gli orfani e le vedove, per i nostri figli. Preghiamo anche per il popolo di Dio perseguitato nel mondo in ragione dell’Evangelo. Possa Dio concederci, nella Sua infinita misericordia, una fede, una preghiera, una potenza ed una visione apostolica.

Restiamo alla scuola dello Spirito Santo affinché ravviviamo il dono di Dio in noi.

Non han bisogno di andarsene, Date lor voi da mangiare.

Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortificaNonostante le conoscenze del nostro tempo ed i progressi in ogni campo del sapere umano, la scarsità di acqua, di cibo, di risorse economiche ed energetiche affligge larga parte delle popolazioni mondiali. Ma di maggiore gravità è la povertà spirituale che affligge anche quanti vivono nell’apparenza del benessere materiale. Chi potrà sfamare il bisogno dell’anima? Ai cristiani - apostoli ed ambasciatori di Cristo - è affidato l’alto compito di spargere l’Evangelo e porgere la Parola di Dio, poiché la fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della Parola (Romani cap. 10, verso 17). Il problema è che spesso i cristiani si sentono vuoti, poveri e senza nulla da dare. Ma noi procediamo per fede, credendo in Colui che ha fatto le promesse e sapendo che lo stesso Spirito Santo che ha risorto Cristo d’infra i morti è lo stesso che opera ancora oggi in noi. Per questo l’apostolo Paolo dice: Io posso ogni cosa in Cristo  che mi fortifica” (Filippesi cap. 4, verso 13). Sappia allora il cristiano, per fede, di essere forte e ricco in Cristo, il quale di fronte alla povertà umana incoraggia i veri credenti ad essere benedizione per gli altri: “Non han bisogno di andarsene; date lor voi da mangiare” (Matteo cap. 14, verso 16).   

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