Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 20 Aprile 2025 14:06

Che devo fare per te?

Gesù è la resurrezioneIn questi tempi di forti contrasti e difficoltà, anche i più credenti e forti possono vacillare ed avere momenti di debolezza e sconforto. Tutti noi siamo soggetti alle intemperie, alle tempeste ed a volte i problemi sembrano montagne e non si riesce a scorgere oltre.

Nella Bibbia si narra della morte della figlia di 12 anni di Iairo, uno dei capi della sinagoga. Un problema, un dramma umano enorme, la perdita di una figlioletta.  Ma Iairo, già nella grave infermità della figlia, aveva fatto il passo di fede giusto: andare a Gesù, confidare il suo problema e chiedere il Suo intervento. Davanti alla morte, quale uomo ha il potere di fare ancora qualcosa?!  Ma Gesù, rivoltosi ad Iairo disse: “Non temere, credi solamente” (Marco, cap. 5, verso 36). E presa per la mano la fanciulla che giaceva morta, le disse: “Talita cumi; il che, interpretato, vuol dire: Fanciulla (io tel dico), levati. E subito la fanciulla si levò e camminava” (versi 41 e 42).  Dio è lo stesso ieri, oggi ed in eterno; e nessun problema o dramma umano è più grande della potenza e dell’amore di Cristo. Qual è il tuo problema? di cosa hai veramente bisogno? Solamente, CREDI !  Ed il Signore opererà in te, per te e per la tua famiglia.

Ingratitudine

Ingratitudine“Io vi ho amati, ha detto il Signore. E voi avete detto: in che ci ha amati?” (Libro del Profeta Malachia, cap. 1, verso 2). L’ingratitudine è un sentimento diffuso tra gli uomini, pronti a possedere, a prendere con facilità; ma pronti, altresì, a dimenticare, con altrettanta facilità, la fonte del proprio bene. Pensiamo al popolo d'Israele, inclinato alla grazia di Dio per elezione; eppure, sempre ingrato e ribelle, dal "collo duro", pronto a rivolgersi agli idoli, a sviarsi, a rigettare la pietra angolare.

Il Signore ha fatte cose grandi verso noi ; e quante volte abbiamo avuto riguardo di questo Amore?! Ah, se il Signore non fosse stato dalla nostra parte, le acque gonfiate sarebbero passate sopra l’anima nostra (Salmo 124). Oggi è il giorno di riconoscere che il nostro aiuto è nel Signore che ha fatto il cielo e la terra ed a Lui sia ogni ringraziamento in Cristo Gesù.  

La povertà del possesso e la ricchezza della rinuncia

Uno che grida nel desertoLe moderne società hanno investito sul primitivo istinto dell’uomo al possesso delle cose ed al desiderio di possedere. Tanto da creare sentimenti di desiderio verso oggetti considerati oggi irrinunciabili; si pensi all’idea dell’ultimo modello, laddove il pensiero dei nostri nonni degli anni ’30 o ’40 era riuscire ad apparecchiare tavola. L’odierno superfluo che si traduce spesso, anche nelle fasce più giovani e persino di bambini, in brama incontrollata fonte di ansia, prevaricazione ed invidia. Ci aiuti il Signore a resistere a tali tentazioni mondane ed a sbarazzarci dell’avidità e di ogni insano o comunque inutile desiderio, vizio, rancore e invidia. Vanità delle vanità, ogni cosa è vanità, dice l’Ecclesiaste. “Quando vi sono cose assai, esse accrescono la vanità; e che vantaggio ne ha l’uomo? (Ecclesiaste, cap. 6, verso 11). Paolo dirà: “Io sono crocifisso con Cristo; non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me” (Galati, 2:20). “Ma le cose che mi erano guadagni, quelle ho reputato danno per Cristo…. per l’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale io ho fatta perdita di tutte queste cose..” (Filippesi, 3: 7-8). Potrebbero sembrare teorie, parole astratte;  invece Gesù va sul concreto e indica un uomo: Giovanni Battista, la voce d’uno che grida nel deserto. Un uomo che vestiva “di pel di cammello ed una cintura di cuoio intorno ai lombi, ed il suo cibo erano locuste e miele selvatico” (Evangelo di Matteo, 3:4). Del Battista, Gesù prese a dire: “che andaste voi a vedere nel deserto? Una canna dimenata dal vento? …Ma pure che andaste a vedere? Un profeta? sì certo, vi dico, e più che profeta….. Io vi dico in verità, che fra quelli che son nati di donne, non sorse giammai alcuno maggiore di Giovanni Battista” (Matteo, 11, verso 7 e ss.).

Rallegratevi del continuo nel Signore

Rallegrati in CristoLa pesantezza dei giorni spesso ci priva della pace interiore e della giusta prospettiva delle cose. Quando siamo nella difficoltà, anche la più estrema, riponiamo piena fiducia in Cristo, Colui che per amor nostro ha dato la propria vita. E dormiamo sereni confidando nel Signore. Per questo l’apostolo Paolo ripete: “Rallegratevi del continuo nel Signore; da capo dico, rallegratevi… non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma siano in ogni cosa le vostre richieste notificate a Dio, per l’orazione e per la preghiera, con ringraziamento. E la pace di Dio, la qual sopravanza ogni intelletto, guarderà i vostri cuori, e le vostre menti, in Cristo Gesù” (Paolo ai Filippesi, cap. 4, versi 4-7). Se allora sappiamo in chi abbiamo creduto e riponiamo i nostri pesi ai piedi del Maestro, siamo anche liberi di godere le benedizioni del nostro Signore; per questo, rallegriamoci e la nostra gioia sia piena in Cristo Gesù.   

Era il 14 aprile 1906

312, Azusa StreetUn piccolo gruppo di credenti animato da un grande desiderio di ricerca dei doni dello Spirito Santo iniziò a riunirsi in Los Angeles – California, in un vecchio edificio al 312, Azusa Street. Era il 14 aprile 1906. Il Signore non mancò di rispondere ed un grande risveglio ed una fresca esperienza di pentecoste ebbero inizio; moltitudini di uomini e donne, di diverse culture, lingue e colore furono guarite, riempite dello Spirito Santo, iniziando a parlare in altre lingue, come nella Pentecoste del Nuovo Testamento. Un nuovo risveglio partiva da uomini poveri ma potentemente arresi al Signore in semplicità di fede. Una rinnovata forza del Corpo di Cristo che diede nuovo vigore al movimento pentecostale mondiale.

Ravvedetevi e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, in remissione dei peccati; e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perciocché a voi è fatta la promessa, ed ai vostri figliuoli, ed a coloro che verranno per molto tempo appresso; e a quanti il Signore Dio nostro ne chiamerà” (Atti degli Apostoli, cap. 2, verso 39).

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