Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 20 Aprile 2025 14:16

Chiamati a salire sul monte

Chiamati sul monte"Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. ... Ed ecco, Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo cap. 28, versi 16-17 e 20). Gloria a Dio per la Sua meravigliosa presenza nelle nostre vite; ieri con i discepoli in Galilea, oggi con noi, discepoli del suo popolo, di questo presente tempo. Come allora, anche noi siamo chiamati ad "andare sul monte", cioè a distaccarci dal peccato, dalla vanità, dalla maldicenza, dall'ansietà di ogni giorno. Il Maestro ci chiama ad accostarci a Lui, ad essere santi come Lui è Santo, appartati nella comunione con Cristo. Chiamati a salire sul monte, cioè a stare nel mondo senza essere del mondo; chiamati ad alzare gli occhi a Cristo, nostra forza, pace e consolazione. Chiamati a salire sul monte, allontanandoci da ogni distrazione, per meditare la Sua parola e adorarlo. Non dubitiamo in cuor nostro come "alcuni" dei discepoli dubitarono. Crediamo alla promessa di vicinanza: Gesù è con noi in ogni istante e così sempre fino a quando avremo l'ultimo respiro. Rimaniamo sul monte e non dubitiamo, perchè se saremo fedeli noi incontreremo il Padre, faccia a faccia. Perchè fedele è Colui che ha fatto le promesse.

Io consulterò il Signore

Davide consultò il SignoreDavide consultò il Signore (II Samuele, cap. 5, verso 23). Ogni giorno, siamo chiamati a scelte più o meno importanti e così a dare una direzione alla nostra vita. Sia l'attitudine di Davide anche la nostra; lasciamo il Signore operare nelle nostre vite e condurci per i sentieri di giustizia. Intorno a noi, tanti consiglieri, tante vie .. ma Gesù ci dice "Io sono la via, la verità e la vita". Non facciamo affidamento sulle nostre presunzioni o esperienze. Davide era un re eppure fece la scelta giusta: consultò l'Eterno. Bisogna che ciascuno di noi abbassi il capo e che il Signore venga innalzato a faro della nostra vita; l'umiltà precede la gloria. E neppure si trovi tra noi  ".. chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; nè chi faccia incantesimi, nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, nè chi interroghi i morti ..." (Deuteronomio cap. 18, verso 10). Stiamo lontani dalla consultazione di maghi, veggenti, cartomanti, guaritori, oroscopi, astrologia, dottrine orientali, reincarnazione ... come Davide, ciascuno rivolga a Dio i propri pensieri e le proprie richieste con fede, credendo ch'Egli è il Fedele ed opererà secondo la Sua volontà per il nostro bene e la nostra edificazione.

A Dio sia la gloria!

Raggiungere la meta per vincere.

Fedeltà"Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà" (Seconda Epistola di Paolo a Timoteo, cap. 4, versi 7-8). Questa è la nostra missione: 1) combattere per Cristo come suoi ambasciatori e testimoniare l'Evangelo; 2) "correre", cioè non prenderla alla "leggera" ma lavorare con costanza e perseveranza nel campo del Signore; 3) conservare la fede ... quand'anche attraversassi la valle della morte, io non temerò Signore perchè Tu sei con me (v. Salmo 23). Come in una gara, l'importante non è partire ma arrivare alla meta; anche nella più importante delle gare, anche in una olimpiade, tutti saremmo capaci di partire al via ma quanti sarebbero in grado di arrivare alla meta e vincere?! L'Ecclesiaste esprime bene questo concetto: "Meglio la fine di una cosa che il suo inizio" (Ecclesiaste, cap. 7, verso 8). Quante cose abbiamo iniziato e poi lasciato per strada?! e quanto tempo, impegno e soldi abbiamo sprecato per progetti mai portati a conclusione?! Chi crede sa per fede e perchè la Parola di Dio lo attesta che alla fine della vita incontrerà il Maestro, "faccia a faccia". Non raggiungere la meta significa perdere questo appuntamento con l'eternità; non sono ammessi errori e non è il tempo di sonnecchiare. Ecco perchè è Cristo stesso a metterci in guardia: "Vegliate, dunque, perchè non sapete nè il giorno nè l'ora" (Matteo cap. 25, verso 13). Padre aiutaci a combattere il buon combattimento e fa che nel giorno e nell'ora della Tua chiamata ciascuno di noi sia trovato fedele.

Ambasciatori di Cristo.

Ambasciatori di Cristo“ Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati” (2 Epistola di Paolo a Timoteo, cap.3, versi 1-5). In poche parole, la saggezza divina dispensa quelli che potremmo definire "avvisi ai cristiani naviganti". Questi che viviamo sono gli "ultimi giorni" ed i "tempi difficili". Questa è la fotografia dei nostri tempi. Anche tra quanti si dicono cristiani, anche tra quanti sono in mezzo a noi, nelle nostre comunità si nascondono coloro che hanno l'apparenza della consacrazione ma vivono lontani da Dio. I tempi difficili toccano tutti, anche i credenti, e possono indebolire il corpo e lo spirito e, persino, far vacillare la fede. Nei prossimi giorni e mesi, noi vedremo tempi ancora più duri; per questo è bene restare in comunione con Dio e lontani da ogni fonte di contaminazione. Rendere testimonianza a tutti è un dovere del vero cristiano ma, oltre questo, è il momento di guardare in alto e di parlare con Dio; è il tempo di riscaldare i nostri cuori con l'Amore di Dio e di essere degni Ambasciatori di Cristo.

Non chiunque mi dice: Signore, Signore.

Fede autentica"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno de' cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati demoni, e fatte, in nome tuo, molte potenti opere? Ma io allora protesterò loro: Io non vi conobbi giammai; dipartitevi da me, voi tutti operatori di iniquità" (Matteo, cap. 7, versi 21-23). Se dovessimo dare un titolo a questo passo, potremmo usare "l'apparenza della fede". In tutto il mondo, milioni di uomini e donne si definiscono "cristiani" e dicono "Signore, Signore...". Poi però ci si accorge che la testimonianza non è in accordo con la Parola di Dio, le parole pronunciate sono a volte rozze o anche volgari, non c'è comunione con la fratellanza, non ci sono frutti buoni per l'edificazione del prossimo ed alle prime difficoltà personali si arriva a negare Dio per mancanza di risposta immediata. Aiutaci Signore ad essere autentici nella fede, ripieni di Spirito Santo; donaci Signore una fede apostolica, una potenza apostolica ed una visione apostolica. Avere fede veramente, significa credere che Dio è potente ed è fedele; significa credere che un semplice bastone nelle Sue mani può aprire il Mar Rosso; che un sasso nelle Sue mani può abbattere il gigante davanti a noi; significa credere che due pesci e cinque pani nelle Sue mani possono sfamare moltitudini di persone. Se abbiamo fede allora possiamo anche dire: Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica (Filippesi, 4:13). Un bell'esempio è Giobbe che nonostante le gravi avversità rimase fermo nelle sue convinzioni di fede. La sua fermezza dimostra che egli era motivato da una fede autentica, da una comunione personale con Dio, perchè era un uomo profondamente timorato del Signore. Questa fu la sua forza: rimanere fedele a Dio.

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