Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio. Parte 2 di 3
Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte 2 di 3)
Davide esprime la volontà di costruire un tempio al Signore (2 Samuele cap. 7). Tuttavia, tramite il profeta Natan, Dio rivela a Davide che non sarà lui a costruire il tempio, “una Casa al mio Nome”, bensì il suo figliuolo Salomone: “e la tua casa e il tuo regno saranno in perpetuo stabili nel tuo cospetto; il tuo trono sarà fermo in eterno” (verso 16). Una chiara profezia della venuta di Cristo e del suo regno perpetuo, e del trono alla destra del Padre (Ebrei 1:8). Quando Salomone viene unto re, in luogo di suo padre Davide, a 400 anni dalla uscita dalla schiavitù d’Egitto, l’anno quarto del regno di Salomone, inizia la costruzione del Tempio. E la parola del Signore fu indirizzata a Salomone, dicendo : Quant’è a questa Casa che tu edifichi, se tu cammini ne’ miei statuti, e metti in opera le mie leggi, ed osservi tutti i miei comandamenti, per camminare in essi; io atterrò fermamente inverso te la mia parola, che io ho detta a Davide, tuo padre; ed io abiterò in mezzo de’ figliuoli d’Israele, e non abbandonerò il mio popolo d’Israele” (1 Re 6:11-13).
Sempre nel Primo Libro dei Re, al capitolo 8, viene descritta la consacrazione del Tempio. “Ed i sacerdoti portarono l’Arca del Patto del Signore dentro al suo luogo, nell’Oracolo della Casa, nel Luogo Santissimo, sotto alle ali de’ Cherubini” (verso 6); e dentro l’Arca vi erano le due Tavole di pietra della Legge che Dio aveva scritto (verso 9).
“Ora avvenne che, dopo che i sacerdoti furono usciti fuori del Luogo santo, una nuvola riempiè la Casa del Signore. Ed i sacerdoti non potevano stare in piè per fare il servigio, per cagione della nuvola; perché la gloria del Signore aveva ripiena la Casa del Signore” (verso 10-11). E Salomone apre le palme delle sue mani verso il cielo e prega con parole che possiamo fare nostre: O Signore “gli occhi tuoi siano aperti, notte e giorno, verso questa Casa” (verso 29). “Ora, quando Salomone ebbe finito di fare la sua orazione, il fuoco scese dal cielo, e consumò l’olocausto, e gli altri sacrifici; e la gloria del Signore riempiè la Casa” (2 Cronache 7:1).
Il primo Tempio è dunque connotato dalla abbondanza, dalle ricche donazioni del popolo e, infine, dalla gloria di Dio (Shechinah) che scende.
Ma nell’anno 586 a.C. (Regno di Giudea in Canaan), il Tempio viene distrutto, il suo culto abolito e buona parte della nazione condotta schiava in Babilonia (2 Re 25:12).
Nel Libro di Esdra si narra poi di come Ciro, Re di Persia, permette ai Giudei di tornare in Gerusalemme, dove il popolo, guidato da Zorobabele (discendente di Davide), comincia a ricostruire il Tempio. E’ un popolo afflitto, che è uscito da poco dalla schiavitù: “Ma molti de’ sacerdoti, e dei Leviti, e de’ capi delle famiglie paterne, ch’erano vecchi, e avevano veduta la primiera Casa in piè, avendo questa Casa davanti agli occhi, piangevano con gran grida …” (Esdra 3:12). Uomini cioè che avevano visto il primo Tempio ed avevano visto la Shechinah, la gloria di Dio scendere, adesso che hanno forse 80/85 anni, vedono la differenza e piangono lacrime di amarezza perché non vedono la stessa gloria del tempo passato. Tant’è che Dio manda i profeti Aggeo e Zaccaria a confortare e richiamare il popolo che si era fermato nella costruzione del Tempio, con queste parole: “Io sono con voi, dice il Signore” (Aggeo 1:13), “fortificatevi … e mettetevi all’opera; perché io sono con voi, dice il Signore degli eserciti” (Aggeo 2:4). Il Tempio poi verrà finito (Esdra 6:15) e dedicato sino alla Pasqua (516 a.C.).
Fatte queste premesse, vedremo nella Parte III il filo che lega il primo Tempio, il secondo Tempio con i nostri tempi ed il terzo Tempio con la gloria a venire. Per comprendere che stiamo vivendo tempi profetici ed è il tempo di una maggiore consacrazione a Cristo ed una maggiore pienezza di Spirito Santo.
(A breve, la terza ed ultima parte).
Dio ci benedica.
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