Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 12:51

Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio. Parte 2 di 3

tempi profeticiRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte 2 di 3)

Davide esprime la volontà di costruire un tempio al Signore (2 Samuele cap. 7). Tuttavia, tramite il profeta Natan, Dio rivela a Davide che non sarà lui a costruire il tempio, “una Casa al mio Nome”, bensì il suo figliuolo Salomone: “e la tua casa e il tuo regno saranno in perpetuo stabili nel tuo cospetto; il tuo trono sarà fermo in eterno” (verso 16). Una chiara profezia della venuta di Cristo e del suo regno perpetuo, e del trono alla destra del Padre (Ebrei 1:8). Quando Salomone viene unto re, in luogo di suo padre Davide, a 400 anni dalla uscita dalla schiavitù d’Egitto, l’anno quarto del regno di Salomone, inizia la costruzione del Tempio. E la parola del Signore fu indirizzata a Salomone, dicendo : Quant’è a questa Casa che tu edifichi, se tu cammini ne’ miei statuti, e metti in opera le mie leggi, ed osservi tutti i miei comandamenti, per camminare in essi; io atterrò fermamente inverso te la mia parola, che io ho detta a Davide, tuo padre; ed io abiterò in mezzo de’ figliuoli d’Israele, e non abbandonerò il mio popolo d’Israele” (1 Re 6:11-13).

Sempre nel Primo Libro dei Re, al capitolo 8, viene descritta la consacrazione del Tempio. “Ed i sacerdoti portarono l’Arca del Patto del Signore dentro al suo luogo, nell’Oracolo della Casa, nel Luogo Santissimo, sotto alle ali de’ Cherubini” (verso 6); e dentro l’Arca vi erano le due Tavole di pietra della Legge che Dio aveva scritto (verso 9).

“Ora avvenne che, dopo che i sacerdoti furono usciti fuori del Luogo santo, una nuvola riempiè la Casa del Signore. Ed i sacerdoti non potevano stare in piè per fare il servigio, per cagione della nuvola; perché la gloria del Signore aveva ripiena la Casa del Signore” (verso 10-11). E Salomone apre le palme delle sue mani verso il cielo e prega con parole che possiamo fare nostre: O Signore “gli occhi tuoi siano aperti, notte e giorno, verso questa Casa” (verso 29). “Ora, quando Salomone ebbe finito di fare la sua orazione, il fuoco scese dal cielo, e consumò l’olocausto, e gli altri sacrifici; e la gloria del Signore riempiè la Casa” (2 Cronache 7:1).

Il primo Tempio è dunque connotato dalla abbondanza, dalle ricche donazioni del popolo e, infine, dalla gloria di Dio (Shechinah) che scende.

Ma nell’anno 586 a.C. (Regno di Giudea in Canaan), il Tempio viene distrutto, il suo culto abolito e buona parte della nazione condotta schiava in Babilonia (2 Re 25:12).

Nel Libro di Esdra si narra poi di come Ciro, Re di Persia, permette ai Giudei di tornare in Gerusalemme, dove il popolo, guidato da Zorobabele (discendente di Davide), comincia a ricostruire il Tempio. E’ un popolo afflitto, che è uscito da poco dalla schiavitù: “Ma molti de’ sacerdoti, e dei Leviti, e de’ capi delle famiglie paterne, ch’erano vecchi, e avevano veduta la primiera Casa in piè, avendo questa Casa davanti agli occhi, piangevano con gran grida …” (Esdra 3:12). Uomini cioè che avevano visto il primo Tempio ed avevano visto la Shechinah, la gloria di Dio scendere, adesso che hanno forse 80/85 anni, vedono la differenza e piangono lacrime di amarezza perché non vedono la stessa gloria del tempo passato. Tant’è che Dio manda i profeti Aggeo e Zaccaria a confortare e richiamare il popolo che si era fermato nella costruzione del Tempio, con queste parole: “Io sono con voi, dice il Signore” (Aggeo 1:13), “fortificatevi … e mettetevi all’opera; perché io sono con voi, dice il Signore degli eserciti” (Aggeo 2:4). Il Tempio poi verrà finito (Esdra 6:15) e dedicato sino alla Pasqua (516 a.C.).

Fatte queste premesse, vedremo nella Parte III il filo che lega il primo Tempio, il secondo Tempio con i nostri tempi ed il terzo Tempio con la gloria a venire. Per comprendere che stiamo vivendo tempi profetici ed è il tempo di una maggiore consacrazione a Cristo ed una maggiore pienezza di Spirito Santo. 

(A breve, la terza ed ultima parte).

Dio ci benedica.   

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Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio

fedeli nella sofferenzaRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte prima)

"E Iddio non vendicherà egli i suoi eletti, i quali giorno e notte gridano a lui; benchè sia lento ad adirarsi per loro? Certo, io vi dico, che tosto li vendicherà. Ma, quando il Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra?" (Luca 18:7-8)

Partiamo da questi versi per affrontare un percorso che ci condurrà a delle considerazioni sul tempo di “tenebre” che stiamo vivendo, da ultimo a causa della pandemia in corso nel mondo. Per concludere che il popolo di Dio deve rimanere sereno, forte in Cristo e soprattutto fedele.

Perché gli “eletti”, cioè i salvati per grazia, il popolo di Dio, “gridano a lui”? Evidentemente, perché sono “nel mondo” e sono soggetti a tutte le sofferenze del genere umano; ma anche perché, “non essendo del mondo”, vogliono vivere secondo la Parola di Dio, in santità, testimoniando di Cristo. I cristiani, pertanto, soffrono perché combattono “il buon combattimento della fede” e perché, nella propria visione evangelica, riescono a scorgere un mondo travagliato che si avvia alla perdizione, lontano da Dio. Ma l’aver accettato Cristo e l’essere il popolo di Dio, porta ciascuno e tutti come “chiesa” a gridare “a lui”: è un atto di fede che solo i cristiani possono compiere, gridare “a lui”, gridare Abba Padre, perché sa in chi ha creduto, sa da dove viene e dove sta andando camminando lungo “La Via, La Verità e La Vita”.

Ma anche i cristiani, attraversando il deserto di questi tempi, possono essere provati nell’animo, sentirsi scoraggiati, deboli, affranti, finanche abbandonati. Niente di cui vergognarsi; anche Cristo, nel Getsemani, nell’estrema sofferenza dell’imminente sacrificio della Croce, ebbe momenti di terribile sofferenza interiore arrivando a chiedere al Padre se fosse possibile non bere il calice del sacrificio (Matteo 27:42) ed ancora in Croce gridando “Elì, Elì, lammà sabactani? cioè: Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (27:46).

Questo sentimento di scoraggiamento e di abbandono del popolo di Dio è un po’ quanto è successo alla inaugurazione del secondo tempio, ma per capire dobbiamo fare un cenno anche al primo tempio per capire che noi siamo il terzo tempio che un giorno vedrà il Signore (EL SHADDAI di Genesi 18:3) faccia a faccia.

(segue Parte 2, di prossima pubblicazione)

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Solo Cristo: La Via, La Verità, La Vita

Solo Cristo: La Via, La Verità, La VitaSolo CRISTO: La Via, La Verità, La Vita

"Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato da' morti; egli è stato fatto le primizie di coloro che dormono. Poichè per un uomo è la morte, per un uomo altresì è la resurrezione de' morti. Perchè, siccome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati" (1 Corinzi 15:20-22)

"E in nessun altro è la salvezza; poichè non vi è alcun altro nome sotto il cielo, che sia dato agli uomini, per il quale ci convenga esser salvati" (Atti degli Apostoli 4:12)

La verità centrale di tutta la Parola di Dio è Cristo! Dalla Genesi all'Apocalisse, Cristo è il Messia, la salvezza che doveva venire (durante il tempo della Legge), la Salvezza che è venuta, la Salvezza che intercede per noi alla destra del Padre. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Benedetto Colui che è venuto ed è morto in croce per noi. Benedetto Colui che è risorto per noi ed in noi, per la Sua Santità, ha edificato un tempio santo: per la quale grazia, noi diciamo Abba Padre. In un tempo dove tutto è messo in dubbio, in discussione e sostenere una qualsiasi verità è ritenuto un atto di arroganza, il popolo di Dio è chiamato a sostenere l'unica verità nella quale c'è salvezza: Gesù il Salvatore. Cristo è La Via, La Verità e La Vita. Una Via, una Verità, una Vita, soltanto attraverso Cristo. Paolo scrive: "io sono posto per la difesa dell'evangelo" (Filippesi 1:17) perchè Cristo sia annunziato. Possa Dio fortificare e riempire di Spirito Santo il suo popolo, corpo di Cristo, perchè proclami sempre e soltanto la verità dell'evangelo della grazia in Cristo. 

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A Dio tutta la gloria

a Dio tutta la gloriaA Dio tutta la gloria

A Dio la gloria perchè ha tanto amato me (Giov. 3:16)

A Dio la gloria perchè ha dato Cristo per me (Giov. 3:16)

Benedetto Colui chè è venuto nel Nome del Signore (Marco 11:9)

Benedetto Colui che è salito in croce per me (Giovanni 10:17)

Benedetto Colui che ha rotto il proprio corpo per risanare il mio (Matteo 26:26)

Benedetto Colui chè è sceso nell'Ades per me (1 Pietro 3:18)

Benedetto Colui che ha vinto la morte per me (Apocalisse 1:18)

Benedetto Colui che è risorto per me, primizia d'infra i morti (1 Corinzi 15:20)

Benedetto Colui che è salito alla destra del Padre (Marco 16:19)

Benedetto Colui che mi ha dato salute e salvezza (Giovanni 15:5)

Benedetto Colui che mi ha inviato il Consolatore (Giovanni 16:7)

Benedetto Colui che mi attende a braccia aperte per incontrarmi faccia a faccia (1 Corinzi 13:12)

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Rut. Una storia meravigliosa: nelle tenebre la grazia

Rut: nelle tenebre la graziaRUT. Una storia meravigliosa: nelle tenebre la grazia

Il Libro di Rut ci racconta una storia meravigliosa che partendo dal profondo dolore di una semplice donna, evidenzia poi la grazia come manifestazione della potenza di Dio.

Sono molti gli insegnamenti che possiamo trarre dal Libro ma vogliamo focalizzare l’attenzione su 4 punti.

  1. Or Elimelec, marito di Naomi, morì, ed essa rimase con i suoi due figliuoli … Poi entrambi, Malon e Chilion morirono anch’essi” (Rut 1:3-5) ed anche Rut rimase vedova. Nessuna sofferenza è più grande della perdita dei propri figli o di una persona cara; una sofferenza senza fine, senza tempo. Anche noi, come popolo di Dio e come uomini, siamo sottoposti alle medesime sofferenze di questa generazione come conseguenza universale del peccato (1 Giovanni 5:19). Ma siamo salvati per grazia con la certezza che Cristo cammina con noi (Matteo, ultimo cap., ultimo verso) fino alla fine dell’età presente. Qualunque cosa accada, anche nella sofferenza più profonda, accettiamo che Egli è il Signore, l’Onnipotente, e tutto è rimesso nelle sue mani: “Qui è la sofferenza e la fede dei santi” (Apocalisse 13:10), “la sofferenza della speranza che voi avete nel Signor nostro Gesù Cristo” (1 Tessalonicesi 1:3).
  2. Rut ed Orpa rimasero vedove. “Allora esse alzarono la voce, e piansero di nuovo. E Orpa baciò la sua suocera; ma Rut restò appresso di lei” (Rut 1:14). Di fronte alla sofferenza, possiamo allontanarci oppure rimanere sulla “Via” della volontà di Dio. La famiglia di Cristo, quale popolo di Dio riscattato dal sangue dell’Agnello, è chiamata all’unità. Preghiamo “Padre Nostro …” perché è alla dimensione comunitaria che siamo chiamati, allo stare insieme in Cristo, per lodare e magnificare il suo Nome Altissimo e spandere il buon profumo di Cristo. “Nessuno, il quale messa la mano all’aratro riguarda indietro è adatto al regno di Dio” (Luca 9:62). E neppure è tempo di saltare da chiesa a chiesa. La Via della Verità tracciata da Cristo ha solo un senso: noi siamo chiamati ad andare avanti, in obbedienza e fedeltà, come atleti verso il traguardo. Cari fratelli in Cristo, prendiamo esempio da Rut; umanamente, era una donna affranta da un immenso dolore e senza prospettive ma Rut non andò via, rimase con la sua famiglia, Naomi.
  3. E Naomi, sua suocera, disse: Figliuola mia, non ti procaccerei io riposo per il tuo bene? Ora dunque Booz, con le cui fanciulle tu sei stata, non è egli nostro parente?” (Rut 3:1-2). Naomi è esempio di amore, di sostegno, di incoraggiamento; spinge Rut verso Booz, verso ciò che può essere il suo migliore futuro, il suo maggior bene. E secondo la cultura e le usanze del tempo, spinge Rut ai “piedi” (verso 4) di Booz. Il nostro parente prossimo è Cristo che ci ha riscattati dalla morte, “poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16). Quando parliamo con le persone, indichiamo in Cristo l’unica Via di riscatto? Stiamo spandendo il buon profumo di Cristo? Stiamo mettendo l’Evangelo della Grazia avanti ad ogni nostro interesse terreno?
  4. "Allora Rut si gettò sulla sua faccia, e s'inchinò a terra, e disse a Booz: Perchè ho io trovato grazia davanti a te, che tu mi riconosca essendo io forestiera? (Rut 2:10) ... "Poi nell'ora del mangiare, Booz le disse: Accostati qua, e mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell'aceto" (verso 14). “Booz dunque prese Rut, ed ella gli fu moglie; ed egli entrò da lei, ed il Signore le fece grazia d’ingravidare; e partorì un figliuolo” (Rut 4:13), “e lo chiamarono Obed. Esso fu padre d’Isai, padre di Davide” (verso 17). E torniamo all’Onnipotenza di Dio, dove ogni cosa è nelle sue mani e tutto gli è sottoposto: “e Booz generò Obed, di Rut” (Matteo 1:5), “e Giacobbe generò Giuseppe, marito di Maria, della quale è nato Gesù, che è nominato Cristo” (verso 16). Una donna umanamente provata, straniera, senza prospettive, rimane fedele e Dio la onora al punto di trovarsi scritta nella genealogia di Gesù Cristo e citata più volte nella Parola di Dio.

Quello che faremo nei momenti di maggior crisi e sofferenza, quello che faremo nel nostro deserto, è quello che ci definirà come cristiani. Gesù nel deserto, nella sofferenza e nella tentazione, ha già vinto per noi, e noi vinciamo in Cristo. Ci saranno momenti di forte contrasto e depressione, momenti in cui cadremo ma Cristo resta il nostro riscatto e la nostra vittoria. Restiamo sulla Via e testimoniamo di Lui. Nelle avversità, qualunque cosa accada, andiamo avanti per la Via, riguardando a Cristo. Dio è fedele ed onora sempre i suoi figliuoli. 

A Dio tutta la gloria.

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