Pentecostali nel mondo

Roma, Lunedì 23 Dicembre 2024 01:45

Soltanto per grazia.

per grazia, soltanto per la Sua grazia"Perchè nessuna carne sarà giustificata dinanzi a lui per le opere della legge; poichè per la legge è data conoscenza del peccato. (...) Poichè tutti hanno peccato, e sono privi della gloria di Dio. Essendo gratuitamente giustificati per la grazia d'esso, per la redenzione ch'è in Cristo Gesù. Il quale Iddio ha innanzi ordinato come sacrificio propiziatorio col suo sangue, mediante la fede; per mostrare la sua giustizia, per la remissione dei peccati, che sono stati innanzi, nel tempo della pazienza di Dio. (...) Dov'è dunque il vanto? Egli è escluso. Per qual legge? Delle opere? No; anzi, per la legge della fede. Noi dunque concludiamo che l'uomo è giustificato per fede senza le opere della legge" (Romani 3:20; 4:23-28). "E se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, grazia non è più grazia; ma, se è per opere, non è più grazia; altrimenti, opera non è più opera" (Romani 11:6). "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1).

Salmo 121

il Signore è quel che ti guarda"Io alzo gli occhi a' monti, per vedere onde mi verrà aiuto. Il mio aiuto verrà dal Signore che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piè vacilli; il tuo Guardiano non sonnecchia. Ecco, il Guardiano d'Israele non sonnecchia, e non dorme. Il Signore è quel che ti guarda; il Signore è la tua ombra, egli è alla tua man destra. Di giorno il sole non ti ferirà, nè la luna di notte. Il Signore ti guarderà d'ogni male; Egli guarderà l'anima tua. Il Signore guarderà la tua uscita e la tua entrata, da ora, e fino in eterno".

Le malattie mentali: quel letto nell'inferno

in Cristo è la nostra saluteLa caduta del primo uomo segna l’ingresso della morte ed un suo legame indissolubile con il tempo della vita. La morte e la resurrezione di Cristo consegnano per fede quella Via della Verità che conduce alla Vita eterna. Nel mezzo, un uomo debole, un vaso fragile che seppure ripieno dell’Amore di Cristo, resta esposto alle intemperie ed agli assalti della natura. Nella debolezza e nelle sofferenze che possiamo attraversare, Dio rivela la Sua perfetta maestà. Uno dei mali peggiori di questo tempo è rappresentato dalle malattie mentali; difficili da inquadrare, difficili da curare e difficili da gestire. Sempre più spesso, le cronache ci riportano casi di suicidio ricollegati a malattie mentali che non solo coinvolgono il “malato” ma anche i familiari più stretti. Anche i cristiani possono essere “toccati” da queste patologie invalidanti. Forme più o meno profonde di scoraggiamento, apatia e quindi depressione si ritrovano anche nel Vecchio Testamento. Giobbe si esprime nella sua infermità dicendo: “in questo stato io non sono in me stesso” (9:35). “L’anima mia si annoia della mia vita … Io parlerò nell’amarezza dell’anima mia” (10:1). “Quando mi leverò? Quando sarà passata la notte?” (7:4). Ancora, il Re Davide si esprime dicendo: “Il mio cuore è angosciato dentro me. E spaventi mortali mi sono caduti addosso. Paura e tremito mi è sopraggiunto; e terrore mi ha coperto” (Salmo 55:4-5). Tutti siamo fragili e tutti siamo esposti. Non siamo contrari alla medicina ed ai farmaci ove necessari; anzi, possa Dio guidare quanti svolgono attività sanitarie. Ma il Signore è il Creatore dell’universo ed Egli è il Signore delle nostre vite. Qualunque cosa accada, foss’anche in un attimo residuo di lucidità, rivolgiamoci a Dio con fede e confidiamo in Lui. Come dice Davide: “Io ho cercato il Signore, ed Egli mi ha risposto” (Salmo 34:4) perché “il nostro aiuto è nel Nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Salmo 124:8). Preghiamo per quanti stanno attraversando il deserto di queste malattie o altre e sono nell’angoscia e nella disperazione. Preghiamo per quanti non sono più nelle condizioni di pregare o non ne hanno più la forza. Il popolo di Dio è chiamato ad intercedere sempre. E Dio - che è buono e misericordioso – non mancherà di intervenire secondo la Sua volontà sovrana. Perché nessun luogo dell’anima è troppo profondo o lontano per essere raggiunto dalla carità di Dio: “se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, eccoti quivi” (Salmo 139:8). “Quand’anche attraversassi la valle dell’ombra della morte, male alcuno io non temerei, perché Tu sei con me” (Salmo 23:4). Perché Cristo è morto per noi e la Sua promessa è: “Io sono con voi in ogni tempo, sino alla fine del mondo” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).       

Oltre l’apparenza del bianco o nero, la perfetta carità di Cristo. Tutti i colori del perdono.

la perfetta carità di CristoNel suo tempo, le azioni di Gesù furono quelle di un rivoluzionario, di un trasgressore, secondo la casta sacerdotale. Nel Vecchio Testamento, oltre 300 profezie descrivevano la venuta del Messia. Avevano letto, erano capaci di ripetere le scritture ma la Verità di Cristo non aveva inciso i loro cuori, rimanendo nella cecità spirituale. Così Gesù partecipa alle feste, frequenta peccatori, tocca e si fa toccare, guarisce, sfama, resuscita, si ferma a parlare al pozzo con la samaritana, guarisce il figlio di un soldato romano, all’ingresso del tempio rivolta le gabelle dei mercanti … ed alla donna adultera dice: “Io ancora non ti condanno; va, e da ora innanzi non peccare più” (Matteo 8:11). I nostri giudizi sono rapidi, superficiali, malvagi, pronti ad ingabbiare nel bianco o nero; comunque, sempre pronti a condannare. Ma l’amore di Cristo conosce tutti i colori del perdono perché procedono dalla sapienza del Creatore. Il popolo di Israele - ma alla fine ognuno di noi – condanna Cristo come ladro, malfattore e bestemmiatore; e questo giudizio gli riserva la croce, secondo il piano divino. Questo è l’uomo con il suo giudizio. Cosa fa invece Cristo negli ultimi istanti della sua vita terrena? un malfattore è in croce al suo fianco, riconosce Cristo Gesù come Dio, e lo prega: “Signore, ricordati di me, quando sarai venuto nel tuo regno. E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:42-43). Perché “Iddio non ha riguardo alla qualità delle persone; anzi, in qualunque nazione, chi lo teme, ed opera giustamente, gli è accettevole ..” (Atti 10:34-35). Perché Dio guarda oltre, guarda negli abissi del cuore  ed alla fine, per chi si arrende a Lui, la preghiera e la santità vanno oltre le parole per divenire un luogo alla presenza del Padre. “.. Cristo abiti nei vostri cuori per la fede. Affinché, essendo radicati, e fondati in carità, possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, e la lunghezza, e la profondità, e l’altezza, e conoscer la carità di Cristo, che sopravanza ogni conoscenza; affinché siate ripieni fino a tutta la pienezza di Dio” (Efesi 3:17-19).

A Dio sia la gloria.  

Innestati in Cristo

innestati in Cristo"... mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per la morte del suo Figliuolo; molto maggiormente, essendo riconciliati, saremo salvati per la vita d'esso" (Romani 5:10). L'apostolo Paolo riesce in un verso a catturare ed esprime tutto il piano meraviglioso che scaturisce dalla croce: dalla morte in Adamo alla vita in Cristo. "... per la vita d'esso", cioè non "mediante" ma "nella" Sua vita. Per Cristo siamo perdonati, giustificati e riconciliati al Padre; ma il piano divino non si ferma a questo: noi siamo "in Cristo", uniti a Lui, e dunque custoditi per la salvezza "nella" Sua vita. In questo verso troviamo le parole di Gesù a Nicodemo: tu devi nascere di nuovo! (Giovanni 3), cioè morire a te stesso, alla carne, all'appartenenza ad Adamo e rinascere a nuova vita in Cristo, dove Cristo stesso è la tua vita. Perchè se il seme non muore non porta frutto; ma se muore ne porta in abbondanza (Giovanni 12:24). Per questo Paolo, verace testimone di Cristo, afferma: "Io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me" (Galati 2:20). "Non vi è nè Giudeo, ne Greco; non vi è nè servo, nè libero; non vi è nè maschio, nè femmina... tutti siete uno in Cristo Gesù. Ora, se siete di Cristo, siete dunque progenie d'Abramo, ed eredi secondo la promessa" (Galati 3:28-30). 

"Or il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge. Ma ringraziato sia Iddio, il quale ci dà la vittoria per il Signore nostro Cristo Gesù" (1 Corinzi 15:56-57).

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