Le malattie mentali: quel letto nell'inferno
La caduta del primo uomo segna l’ingresso della morte ed un suo legame indissolubile con il tempo della vita. La morte e la resurrezione di Cristo consegnano per fede quella Via della Verità che conduce alla Vita eterna. Nel mezzo, un uomo debole, un vaso fragile che seppure ripieno dell’Amore di Cristo, resta esposto alle intemperie ed agli assalti della natura. Nella debolezza e nelle sofferenze che possiamo attraversare, Dio rivela la Sua perfetta maestà. Uno dei mali peggiori di questo tempo è rappresentato dalle malattie mentali; difficili da inquadrare, difficili da curare e difficili da gestire. Sempre più spesso, le cronache ci riportano casi di suicidio ricollegati a malattie mentali che non solo coinvolgono il “malato” ma anche i familiari più stretti. Anche i cristiani possono essere “toccati” da queste patologie invalidanti. Forme più o meno profonde di scoraggiamento, apatia e quindi depressione si ritrovano anche nel Vecchio Testamento. Giobbe si esprime nella sua infermità dicendo: “in questo stato io non sono in me stesso” (9:35). “L’anima mia si annoia della mia vita … Io parlerò nell’amarezza dell’anima mia” (10:1). “Quando mi leverò? Quando sarà passata la notte?” (7:4). Ancora, il Re Davide si esprime dicendo: “Il mio cuore è angosciato dentro me. E spaventi mortali mi sono caduti addosso. Paura e tremito mi è sopraggiunto; e terrore mi ha coperto” (Salmo 55:4-5). Tutti siamo fragili e tutti siamo esposti. Non siamo contrari alla medicina ed ai farmaci ove necessari; anzi, possa Dio guidare quanti svolgono attività sanitarie. Ma il Signore è il Creatore dell’universo ed Egli è il Signore delle nostre vite. Qualunque cosa accada, foss’anche in un attimo residuo di lucidità, rivolgiamoci a Dio con fede e confidiamo in Lui. Come dice Davide: “Io ho cercato il Signore, ed Egli mi ha risposto” (Salmo 34:4) perché “il nostro aiuto è nel Nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Salmo 124:8). Preghiamo per quanti stanno attraversando il deserto di queste malattie o altre e sono nell’angoscia e nella disperazione. Preghiamo per quanti non sono più nelle condizioni di pregare o non ne hanno più la forza. Il popolo di Dio è chiamato ad intercedere sempre. E Dio - che è buono e misericordioso – non mancherà di intervenire secondo la Sua volontà sovrana. Perché nessun luogo dell’anima è troppo profondo o lontano per essere raggiunto dalla carità di Dio: “se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, eccoti quivi” (Salmo 139:8). “Quand’anche attraversassi la valle dell’ombra della morte, male alcuno io non temerei, perché Tu sei con me” (Salmo 23:4). Perché Cristo è morto per noi e la Sua promessa è: “Io sono con voi in ogni tempo, sino alla fine del mondo” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).