Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 12:01

La concretezza di Cristo

Profumo di CristoSiamo ormai abituati ad un fiume di parole; tante “chiacchiere”, tante teorie senza concretezza. Anzi, spesso tante parole nascondono secondi fini e tentativi di raggiro. Quanti progetti nascono con sensazionali proclami e protagonismi per poi finire nel dimenticatoio?! A tal proposito, l’Ecclesiaste scrive: “meglio vale il fine della cosa che il principio di essa” (cap. 7, verso 8). Alle parole degli uomini, Dio oppone la Sua Parola, Eterna, Fedele, per mezzo della quale “ogni cosa è stata fatta” (Giovanni 1:3). Alla vanità delle parole umane, Cristo oppone la propria concretezza, praticità. Un episodio della vita di Gesù ci fa comprendere meglio quanto detto. Il capo della sinagoga, Iairo, chiama il Maestro per la propria figlia morente. Giunto in casa, Gesù trova “la moltitudine che romoreggiava”; e quando la folla fu messa fuori, davanti alla fanciulla senza vita, Gesù “presa la fanciulla per mano, le disse: Talita cumi, che interpretato vuol dire: Fanciulla (io tel dico) levati. E subito la fanciulla si levò, e camminava; era d’età di dodici anni” (Marco 5, versi 35 e ss.). La lezione è semplice: allontaniamo dalle nostre case e dalle nostre vite le cattive compagnie, quanti mostrano finta compassione e vogliono soltanto sfruttare ogni situazione a proprio vantaggio; quanti sono pronti a puntare il dito per deridere il nostro Signore e la nostra fede. Facciamo profonde pulizie nelle nostre vite e nelle nostre case perché il profumo di Cristo possa spandersi in piena libertà.

Non te l'ho io comandato?

Nella tempesta"Non te l'ho io comandato? sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perchè il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai" (Libro di Giosuè, cap. 1, verso 9). Capita spesso ai credenti di camminare al "centro" della volontà di Dio, secondo quanto lo Spirito Santo suggerisce ed in accordo alla Parola di Dio; eppure, di trovarsi al "centro" di una tempesta, come canne sbattute dal vento. La componente umana inizia a tremare, a scoraggiarsi; nasce il timore di essere stati abbandonati da Dio, di aver sbagliato in qualcosa; le forze vengono meno e la debolezza sovrasta. In questo momento, alziamo gli occhi al Signore da dove viene il nostro aiuto. E ricordiamo le parole dette a Giosuè. L'essere cristiani non sempre ci farà evitare la tempesta; tante volte, ci passeremo in mezzo, e per fede ne usciremo più forti perchè "Dio sarà con te dovunque andrai". Quale occasione sarebbe per noi di maggior lode? l'avere evitata la tempesta o attraversarla con successo?! Non per i nostri meriti ma per la gloria di Colui che è stato, che è e che sarà. A Dio sia tutta la lode ed ogni ringraziamento in Cristo.  

Che t'importa? Tu seguimi

Tu, seguimi!Sono tempi di anarchia anche per i credenti; anarchia in senso spirituale, come ribellione alla Parola di Dio, alla sana dottrina, alla chiamata ricevuta da ciascuno alla salvezza in Cristo ed al camminare secondo la Via della Verità che conduce alla Vita eterna. Un detto recita che tutte le strade portano a Roma. Tutti sappiamo che è solo un modo di dire, per quello che vale; ma certamente, non tutte le strade conducono a Dio; anzi, la Bibbia ci dice che soltanto una Via conduce alla salvezza ed è la morte e la resurrezione in Cristo: credi e sarai salvato tu e la tua famiglia. "Poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Vangelo di Giovanni, cap. 3, verso 16). Molti di noi siamo, per un verso ribelli, per l'altro, distratti e condizionati da quello che pensano o fanno gli altri. Ma il rapporto con Cristo è strettamente personale come personale è la salvezza; e non c'è giustificazione che tenga. Ecco perchè il Maestro incita ciascuno a non guardare a destra ed a sinistra ma a seguire Lui: "che t'importa? Tu seguimi" (Giovanni cap. 21, verso 22). 

Volgi lo sguardo a Cristo.

Volgi lo sguardo a CristoQuando ci sopraggiungerà alcun male, spada di punizione o pestilenza, o fame, noi ci presenteremo davanti a questa Casa, e davanti al Tuo cospetto e grideremo a Te per la nostra tribolazione”… “e noi non sappiamo ciò che dobbiamo fare; ma gli occhi nostri son volti a Te”… “Così vi dice il Signore: Voi, non temiate, e non vi spaventate, per questa gran moltitudine; perciocché questa guerra non appartiene a voi, anzi a Dio”. (Passi dal cap. 20, II Croniche).

Il contesto nel quale viviamo è profondamente malvagio. Il popolo di Dio, qual noi siamo, non appartiene a questo mondo ma pure vive in esso. I dolori, le sofferenze ed il male tentano sempre di avvolgere il credente; e spesso nella prova, siamo disorientati. Ma allora come oggi, nulla è cambiato: Dio resta fedele e si prenderà cura di noi anche quando attraverseremo la valle dell’ombra della morte. Se avremo fede in Lui nessuna prova potrà travolgerci perché il Signore ha ogni potestà nella sua mano ed è potente a liberarci da ogni laccio. Il favore di Dio e la Sua protezione non dipendono dall’Eterno perché Egli l’ha già assicurata; ma dipendono da noi, attraverso la fede: “il Signore è stato con voi, mentre voi siete stati con lui; e se voi lo ricercate, voi lo troverete; ma se voi l’abbandonate, Egli vi abbandonerà” (II Cronache, cap. 15, verso 2). In qualsiasi situazione difficile, la risposta è semplice: volgi lo sguardo a Cristo! Le tribolazioni di questo mondo non ci appartengono e non è compito nostro entrare nella mischia seppure con sentimenti di giustizia. Il nostro dovere è invece testimoniare l’amore di Cristo poiché “Iddio ha tanto amato il mondo ch’Egli ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna” (Giovanni, 3:16).       

Chiamati a salire sul monte

Chiamati sul monte"Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. ... Ed ecco, Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo cap. 28, versi 16-17 e 20). Gloria a Dio per la Sua meravigliosa presenza nelle nostre vite; ieri con i discepoli in Galilea, oggi con noi, discepoli del suo popolo, di questo presente tempo. Come allora, anche noi siamo chiamati ad "andare sul monte", cioè a distaccarci dal peccato, dalla vanità, dalla maldicenza, dall'ansietà di ogni giorno. Il Maestro ci chiama ad accostarci a Lui, ad essere santi come Lui è Santo, appartati nella comunione con Cristo. Chiamati a salire sul monte, cioè a stare nel mondo senza essere del mondo; chiamati ad alzare gli occhi a Cristo, nostra forza, pace e consolazione. Chiamati a salire sul monte, allontanandoci da ogni distrazione, per meditare la Sua parola e adorarlo. Non dubitiamo in cuor nostro come "alcuni" dei discepoli dubitarono. Crediamo alla promessa di vicinanza: Gesù è con noi in ogni istante e così sempre fino a quando avremo l'ultimo respiro. Rimaniamo sul monte e non dubitiamo, perchè se saremo fedeli noi incontreremo il Padre, faccia a faccia. Perchè fedele è Colui che ha fatto le promesse.

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