Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 17:04

E chinato il capo, rendè lo spirito.

In Cristo v'è guarigioneE chinato il capo, rendè lo spirito” (Giovanni, 19:30). E’ l’ultimo istante della vita terrena di Gesù che nel Suo essere pienamente uomo sperimenta quel momento del passaggio che inesorabilmente attende e tocca ogni uomo. Tante volte pensiamo che gli altri non possano comprendere quello che proviamo, quello che attraversiamo nelle nostre vite; ed è vero. Ma Cristo ha preso su di sé l’intera umanità e vissuto ogni condizione, come profetizzato da Isaia: “è stato uomo di dolori che ben conosce il patire … eppure Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori … è stato ferito per i nostri misfatti, fiaccato per le nostre iniquità; il castigo della nostra salvezza è stato sopra di Lui; e per le sue lividure noi abbiamo ricevuta guarigione” (Isaia 53: 3-5). Gesù è stato dunque vero uomo, dalla nascita, alla vita, alla morte, provando la sete, la fame, la fatica, il bisogno, la sofferenza, la compassione, la misericordia, la carità. Ma le porte dell’Ades (della morte) non l’hanno potuto vincere, e come Cristo è risorto, così anche i credenti un giorno resusciteranno in Cristo (v. Matteo 16:18 e Apocalisse1:18). Per noi che soffriamo, che siamo nelle difficoltà, nella malattia … manteniamo fede in Cristo sapendo che ogni dolore, ogni malattia Egli l’ha già portata ed inchiodata sulla croce. Cristo conosce il tuo pianto, Egli ha il controllo e Dio “non lascerà che siate tentati sopra le vostre forze; ma nella tentazione darà l’uscita, affinché la possiate sostenere” (I Corinzi 10:13). Perché è così? Perché la vostra prova di afflizione è già passata attraverso la croce ed è già stata sconfitta dal sangue di Cristo dal quale ancora oggi promana quella forza e quella potenza che ci aiuteranno ad uscire vittoriosi. Perché lo Spirito Santo che ha resuscitato Cristo d’infra i morti è lo stesso che opera ancora oggi in noi (Romani 8:11) e per questa potenza Paolo dirà ai Filippesi “io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Filippesi 4:13).

Qualunque buio stiamo attraverso, Cristo ha già vinto per noi e non dubitiamo che Egli è all’opera perché FEDELE è Cristo che ha detto: “Io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).

Pace a voi in Cristo nostro Signore e Salvatore.   

Senza saperlo, magari abbiamo scampato la morte.

Dio è ancora Dio e Dio è sempre buonoSpesso noi non abbiamo il senso delle cose di Dio, non le comprendiamo, non le vediamo. Un mio caro amico si è lamentato di un incidente che gli ha procurato una escoriazione ad un dito. “Guarda, quasi si fratturava”. Caro amico, magari il tuo dito fratturato è stato il modo per fermarti e così evitare di stare domani sdraiato in una cassa di legno scura con i parenti che - prima di chiudere la cassa - sfilano e dicono ... "peccato era un bravo ragazzo, ci mancherà tanto". Ringrazia Dio perché continui ad avere 2 mani e 10 dita e il dito non è neppure fratturato (se dici quasi); ringrazia Dio. Penso sempre che queste cose siano un miracolo. Dal punto di vista umano, possono capitarci cose belle, meno belle ed a volte tragiche, con tanto di quel dolore che un uomo finisce per poter essere raccolto con un cucchiaino. Ma resta il fatto che sia quando Dio apre delle porte, sia quando le chiude, Dio è ancora Dio e Dio è sempre buono, perché la Sua misericordia dura in eterno. Per fede, “ora noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene, a coloro che amano Dio” (Epistola di Paolo ai Romani, cap.8, verso 28). Lo so, queste cose sono pazzia per chi non crede ma Dio conquista gli uomini.  Ed anche se non credi, se il tuo cuore batte è per la volontà di Dio. E ancora oggi, per questo Amore e per questa Misericordia, tu hai un giorno in più per accettarlo nel tuo cuore e conoscere Dio personalmente.
http://www.youtube.com/watch?v=1uYdyH9t7K4

L’Iddio nostro al qual serviamo.

L'Iddio nostro al qual serviamo.L’Iddio nostro, al qual serviamo, è potente per liberarci” (Daniele, 3:17).  Questo brano del Vecchio Testamento racconta di tre giovani credenti che non vollero inginocchiarsi davanti ad una statua d’oro (“noi non serviremo .. e non adoreremo la statua d’oro”). E gettati in una fornace ardente, videro la gloria di Dio camminare nel loro mezzo nel fuoco. Questo passo evidenzia una meravigliosa verità che ripercorre tutta la Parola di Dio, dal Vecchio al Nuovo Testamento, dalla creazione ai giorni nostri. Gli uomini di Dio che credono fermamente in Lui e lo servono con tutto il cuore vedono la gloria di Dio operare con potenza, nelle proprie vite ed intorno a loro. Poiché abbiamo creduto, noi non possiamo fare a meno di servirlo. Quell’Iddio nostro al quale noi serviamo! Abramo credette al Signore e ciò gli fu imputato a giustizia (Genesi, 15:6); credette e lo servì, parlando con Dio e vedendo la Sua maestà. La stessa potenza che gustarono Davide, Salomone, Elia, Eliseo, Neemia e tanti altri nel Vecchio Testamento; e ancora Paolo, Pietro, Giacomo, Giovanni, Anania di Damasco, nel Nuovo Testamento. Tutti accomunati dal credere e dal servire Dio; tutti, prima servi dell’Eterno e poi testimoni della Sua gloria. Troppo spesso, noi vogliamo raccogliere dove non abbiamo seminato; e siamo lamentosi, accusando Dio di scarsa attenzione verso i nostri problemi; e accantoniamo nel cuore amarezza che raffredda la fede, che ci rende sordi alla voce di Dio ed offusca la nostra visione spirituale. “Getta il tuo pane sulle acque perché un giorno tu lo ritroverai” (Ecclesiaste, 11:1). Signore aumentaci la fede! Serviamo l’Iddio nostro e noi lo vedremo all’opera nella nostra vita, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, intorno a noi, sul posto di lavoro, sul pianerottolo di casa. Siamo chiamati a portare la buona medicina di Cristo, la giustificazione e la salvezza per grazia. Oggi, tutti corrono verso le farmacie per curare qualcosa; e dopo essere guariti, si accorgono di un’altra malattia e corrono di nuovo in farmacia. Ma gloria a Dio perché Cristo è la buona medicina per tutti i mali dell’uomo e chi beve dell’acqua e del pane della vita che Egli dà, non avrà mai più fame e sete in eterno. A Dio sia la gloria! 

La necessità di recuperare la dottrina della sufficienza della Scrittura nella vita cristiana.

La dottrina della sufficienza della ScritturaLa fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della Parola” (Romani, 10:17). “E la Parola è stata fatta carne, ed è abitata fra noi (e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria, come dell’unigenito proceduto dal Padre), piena di grazia e di verità” (Giovanni, 1:14). E come riscattati a prezzo di sangue, siamo stati giustificati in Cristo, adottati, “affinché per la fede riceviamo la promessa dello Spirito” (Galati, 3:14). La Parola di Dio, la Bibbia è la fonte. Con un valore “esaustivo” per l’uomo perché tratta ogni aspetto della creazione, della storia, del presente tempo del piano per la salvezza e del giudizio finale. La Parola di Dio rappresenta i pensieri eterni di Dio che nel Suo profondo amore Egli stesso ha condiviso con l’uomo. Accostandoci a Dio per fede, con la guida dello Spirito Santo, attraverso la Parola di Dio, noi abbiamo la visione dell’eternità ed apprendiamo il senso delle cose di Dio. Noi trascuriamo la lettura della Bibbia, trascuriamo la preghiera, trascuriamo di curare un’intima comunione con Dio, trascuriamo di ricercare con forza il battesimo di Spirito Santo; sempre, giustificando noi stessi con le nostre piccole cose da fare…. ma crediamo veramente nel Suo imminente ritorno? Allora, prepariamoci spiritualmente, stiamo lontani da ogni forma di contaminazione con la mondanità, ricerchiamo “la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore (Ebrei, 12:14). Lasciamo perdere i nostri vani ragionamenti: Dio fai questo, Dio fai quello, Dio perché non intervieni, e la malvagità, e le guerre, e la fame nel mondo … questo avviene perché non abbiamo "confidenza" con la Parola e non abbiamo conquistato il senso delle cose di Dio, il senso della celeste eternità; abbiamo gli occhi verso il basso mentre dovremmo guardare all’Altissimo ed avere fede per mezzo della Sua Parola.

Oh Signore vogliamo meditare di più la Tua Parola, conoscerti di più, vogliamo stare più presso a Te, vogliamo una maggiore conoscenza, una maggiore consacrazione, più fede, più forza, più potenza. Aiutaci Signore a camminare per la Via della Verità che conduce alla Vita eterna.

Ritorno a casa. In ricordo del fr. Francesco Toppi

Francesco Toppi"Io ho chiesta una cosa al Signore, quella procaccerò: che io dimori nella Casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per mirare la bellezza del Signore, e visitare il suo Tempio" (Salmo XXVII). Giovedì 14 agosto, il caro fratello Francesco Toppi - già pastore e presidente delle Chiese Cristiane Evangeliche Pentecostali Assemblee di Dio in Italia - è stato richiamato alla Casa del Padre. Siamo grati a Dio (e soltanto a Dio va ogni lode e ringraziamento) per come ha usato questo suo figliuolo, esempio, per quanti lo hanno conosciuto, di fedeltà, costanza ed attaccamento alla Parola di Dio. Umanamente, siamo addolorati perchè amavamo questo ambasciatore di Cristo e perchè un altro grande servo dell'Eterno ci lascia. Spiritualmente, ringraziamo Dio della Sua infinita ed eterna misericordia. Il tesoro di un uomo, la casa di uomo, è laddove riposa il suo cuore; orbene, il cuore del nostro fratello in Cristo, era presso il Padre; e, dunque, è un ritorno a casa. Molti dovrebbero riflettere sul fatto che questo mondo non è la nostra casa e questo tempo della vita che il Signore ci concede è l'opportunità unica che abbiamo per conquistare il regno dei cieli e la salvezza in Cristo per la vita eterna. "Io ho combattuto il buon combattimento, io ho finito il corso, io ho serbata la fede. Nel rimanente, mi è riposta la corona della giustizia, della quale mi farà in quel giorno retribuzione il Signore, il giusto Giudice" (II° Timoteo, 4:7). Possa Dio suscitare altri uomini altrettanto benedetti, coraggiosi e ripieni di Spirito Santo, altre voci che gridano nel deserto di questo mondo "Acconciate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri".

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