Pentecostali nel mondo

Roma, Domenica 22 Dicembre 2024 23:03

L’attitudine, lo stile di vita del cristiano

L'attitudine, lo stile di vita del cristianoQual è, o meglio, quale dovrebbe essere, il vero modo di vivere di un cristiano. Se amiamo Cristo, il nostro desiderio primo e più profondo, non può che essere quello di piacere a Lui, seguirLo per la Via della Verità che conduce alla Vita eterna ed un giorno incontrarLo in adempimento alla promessa fatta ai credenti. L’obbedienza alla Parola di Dio è la via obbligata. Leggere, ascoltare e mettere in pratica.  4 versetti biblici, con un ordine logico, bene possono rappresentare questa attitudine del cristiano. Partiamo con le parole di Gesù, dal famoso “sermone sul monte”.  1) “Cercate PRIMA il regno di Dio” (Matteo 6:33); non è una possibilità ma un imperativo carico di amore e di promesse conseguenti perché Egli poi provvederà ad ogni cosa, anche materiale, di cui abbiamo bisogno. 2) “Conviene che Egli cresca e ch’io diminuisca” (Giovanni 3:30). “Conviene”, perché più togliamo di noi stessi e più Egli cresce in noi e porta abbondanti frutti di gloria, di pace e di benedizione anche per gli altri intorno a noi.  3)  “Niuno che va alla guerra s’impaccia nelle faccende della vita” (II Timoteo 2:4). La nostra missione è in Cristo e per Cristo; il resto è vanità che può distrarci e portarci fuori “via”. E l’apostolo Paolo ha ben chiara questa necessità di una santa consacrazione senza distrazioni:  4)  “Io non mi proposi di sapere altro tra voi se non di Cristo e di Cristo crocifisso” (1 Corinzi 2:2).

Signore aiutaci a realizzare questa santa attitudine nella nostra vita!

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Profondità della croce

Profondità della croceMolto spesso sentiamo di non essere capiti, compresi sino in fondo; perchè ognuno di noi ha una esperienza di vita, ricordi, sensazioni che sono diverse; soltanto noi abbiamo provato quella particolare circostanza; altri possono aver fatto esperienzi simili, ma non esattamente la stessa, la nostra. Per questo le nostre vite sono tutte diverse ed uniche. Tra le vie degli uomini c'è incomprensione e sofferenza; ma in Cristo troviamo la Via, la Verità e la Vita. Egli è l'unico che può capire ogni cosa, ogni pensiero, ogni emozione, ogni sofferenza, ogni malattia e persino la morte. Questa è la profondità della croce che arriva sino agli abissi più profondi dell'umanità ed offre una via di redenzione. Perchè Gesù ha portato su di sè i nostri peccati, le nostre vite, ha vissuto ogni sensazione umana sino all'estrema sofferenza della croce, arrivando a "toccare" anche la morte. Questa sofferenza la leggiamo nei Vangeli e soprattutto negli ultimi istanti di vita, allorquando, carico dei peccati dell'umanità, si avvia verso la croce. Nel Ghetsemane, Gesù disse ai suoi discepoli: "l'anima mia è occupata di tristezza sino alla morte ... e andato un poco innanzi, si gettò in terra e pregava che se era possibile, quell'ora passassa oltre da lui ... ma pure, non ciò che io voglio, ma ciò che tu (Dio) vuoi" (Marco 14:34-36). Profondità della croce: "Gesù gridò con gran voce , dicendo: Elì, Elì, lamma sabactani? cioè: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?" (Matteo 27:46). Gesù inchioda i peccati del mondo e poi li trascina sino alle profondità della morte. Ma Cristo vince il mondo, vince il peccato, sconfigge la morte e chiama a sè ogni uomo, di ogni tempo, perchè Egli è la Via, la Verità e la Vita e nessuno viene al Padre se non per mezzo di Lui. Per questo Egli può capire ogni uomo e nulla è nascosto agli occhi Suoi. La nostra vita deve rinascere in Cristo, trovare rifugio tra le sue braccia. Ritornano alla mente allora le parole di Gesù a Nicodemo: "se alcuno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3:3). Gli uomini non possono capire, ma alla croce tutti possiamo trovare la risposta giusta. Credi in Cristo, confida in Lui e apri il tuo cuore alla Sua presenza. Prendi dell'acqua viva alla sorgente della croce e vai avanti con Cristo, in Cristo e per Cristo.

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Non ho tempo

E' tempo di servire Cristo Quando si parla delle cose di Dio la risposta usuale è: non ho tempo. Nell’ultimo libro del Vecchio Testamento, Malachia, il Signore mostra la sua ira nei confronti del popolo d’Israele perché si è allontanato da Dio, perché ha offerto a Dio gli scarti del proprio tempo e delle proprie cose; in sostanza, perché ha detto: non ho tempo. Nel Nuovo Testamento, Gesù stesso insegnando (sermone sul monte) richiama gli uomini: “cercate prima il regno di Dio” (Matteo 6:33) e poi il vostro Padre celeste che sa ogni cosa provvederà anche ai bisogni materiali. Ma prima di ogni altra cosa, noi siamo chiamati ad amare Dio: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua” (Matteo 22:37). E’ il male di oggi: “non ho tempo”; quando poi si passano ore davanti alla tv o ad un computer a guardare cose insulse o comunque di nessuna edificazione per lo spirito; o si spreca il tempo in compagnie discutibili,  discussioni sterili, contese o nel culto di se stessi. Certo è che noi tutti un giorno compariremo davanti al trono di Dio e “ciò che l’uomo avrà seminato, quello ancora mieterà” (Galati 6:7). Ed un “libro di memoria” (Malachia 3:16) sarà aperto ed ogni cosa vagliata. Signore dacci grazia perché dedichiamo la primizia del nostro tempo al Tuo cospetto, nella conoscenza della Tua Parola e spendiamo la nostra vita per servirti fedelmente.

“… poi mettetemi alla prova in questo, dice il Signore degli eserciti; vedrete se io non vi aprirò le cataratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla” (Malachia 3:10).

Cristiani: essere di Cristo

cristiani, date lor voi da mangiareQuesta potrebbe essere una buona sintesi di "cristiani": essere di Cristo, appartenere a Cristo. Ciò significa conoscerlo personalmente come proprio personale salvatore, amare la Bibbia, Parola di Dio e vivere in piena comunione con Lui, secondo gli insegnamenti del Vangelo; e quindi, significa vivere una vita di preghiera, nel mondo ma non del mondo (non condividiamo la clausura, è contraria agli insegnamenti del Vangelo). Vorrei prendere uno dei più noti miracoli di Gesù, la prima moltiplicazione dei pani: "E facendosi sera ... Ma Gesù disse loro: Non hanno bisogno di andarsene; date lor voi da mangiare" (Matteo 14:15-16). In questa generazione, si è fatto sera, i tempi sono malvagi e gli uomini sono nella disperazione, nella depressione, nell'apatia o nella confusione. "Ma Gesù"... spesso troviamo nella Bibbia questa forma di contrasto espressivo, a significare che dove l'uomo ha finito le sue parole, Dio ha ancora tutte le porte aperte e può ogni cosa. Questa generazione non ha bisogno di andarsene ma anzi di trovare verità e pace e salvezza davanti alla croce! Ma Gesù nel passo dice qualcos'altro che oggi è rivolto ai cristiani nel mondo: "date lor voi da mangiare". Se siamo cristiani, se apparteniamo a Cristo, Cristo appartiene a noi e noi siamo suoi figliuoli, suoi servi e ambasciatori ed è nostro dovere spargere il profumo di Cristo. Se il Maestro dice a noi "date lor voi da mangiare" è perchè la Sua potenza ci sostiene, ci porta avanti e per fede, come dirà l'apostolo Paolo, "Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica" (Filippesi 4:13) perchè “le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio” (Luca 18:27). Viviamo una vita di preghiera e di comunione e poi ripieni della Sua grazia e della Sua potenza condividiamo con gli altri il privilegio di conoscere Cristo ed Egli ci mostrerà i frutti della Sua gloria. "... non t’ho io detto che se tu credi tu vedrai la gloria di Dio?" (Giovanni 11:40)

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ICABOD

IcabodCosa sta accadendo alle chiese evangeliche? Nel mondo la malvagità è cresciuta e sta traboccando; ogni forma di perversione trova manifestazione e sostenitori e la parola peccato è abolita. E il maggior degrado spirituale lo troviamo nei Paesi con più benessere, dove anche la libertà di pensiero e di religione è massima. Parliamo degli Stati Uniti e dell’Europa dove a fronte di un’ampia libertà religiosa si registra un calo verticale dei valori morali e spirituali e, soprattutto, cristiani. Chiese che hanno perso il primiero zelo, che hanno adottato dottrine e pratiche mondane, chiese che hanno fatto del compromesso il loro normale stile di vita. Chiese che non fanno più la differenza nel mondo ma dove anzi il mondo è entrato ed ha preso il governo della comunità. Chiese che hanno smesso di avere un santo “timore e tremore” dell’Iddio altissimo, che hanno trascurato la Parola di Dio e la preghiera, ripiegando sull’intrattenimento della musica o altro. Il ravvedimento dal peccato non viene più predicato e così la nuova nascita, la santificazione ed il ritorno di Cristo per la Sua chiesa. Pastori che hanno smesso di sottomettersi in preghiera, cercando invece propri piani di strategia e sviluppo della comunità; che magari si è anche riempita di gente, ma non di anime rigenerate dalla grazia, nate di nuovo, obbedienti alla sana dottrina e consacrate a Cristo. Pastori più preoccupati a spandere il proprio profumo che quello di Cristo; pastori che si dicono profeti e pubblicano a scadenza la profezia della settimana o del mese.

In questi giorni oscuri, il Signore ci sta parlando e la chiamata che ci rivolge è verso una maggiore consacrazione; è una precisa chiamata alla perfetta santità, ad un distacco dalle cose del mondo. Dio non voglia che sulle nostre chiese troviamo la scritta “Icabod”, la gloria si è dipartita (1° Samuele 4:21); o che possa esserci detto, come alla chiesa di Laodicea, “perché tu sei tiepido, e non sei né freddo, né fervente, io ti vomiterò fuor della mia bocca” (Apocalisse 3:16); o, peggio, come alla chiesa di Sardi: “Io conosco le tue opere; che tu hai nome di vivere e pur sei morto” (Apocalisse 3:1).

Il Signore ci aiuti a rimanere fedeli, sia singolarmente che come comunità. L’Eterno ci aiuti a consacrare pienamente le nostre vite, conoscere di più Cristo e le Scritture. Dio ci aiuti a realizzare le promesse ed i doni dello Spirito Santo ed a portare frutto alla Sua gloria e per la benedizione di quanti ancora non hanno sperimentato la salvezza in Cristo. A Dio sia la gloria!

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