L’Iddio nostro al qual serviamo.
“L’Iddio nostro, al qual serviamo, è potente per liberarci” (Daniele, 3:17). Questo brano del Vecchio Testamento racconta di tre giovani credenti che non vollero inginocchiarsi davanti ad una statua d’oro (“noi non serviremo .. e non adoreremo la statua d’oro”). E gettati in una fornace ardente, videro la gloria di Dio camminare nel loro mezzo nel fuoco. Questo passo evidenzia una meravigliosa verità che ripercorre tutta la Parola di Dio, dal Vecchio al Nuovo Testamento, dalla creazione ai giorni nostri. Gli uomini di Dio che credono fermamente in Lui e lo servono con tutto il cuore vedono la gloria di Dio operare con potenza, nelle proprie vite ed intorno a loro. Poiché abbiamo creduto, noi non possiamo fare a meno di servirlo. Quell’Iddio nostro al quale noi serviamo! Abramo credette al Signore e ciò gli fu imputato a giustizia (Genesi, 15:6); credette e lo servì, parlando con Dio e vedendo la Sua maestà. La stessa potenza che gustarono Davide, Salomone, Elia, Eliseo, Neemia e tanti altri nel Vecchio Testamento; e ancora Paolo, Pietro, Giacomo, Giovanni, Anania di Damasco, nel Nuovo Testamento. Tutti accomunati dal credere e dal servire Dio; tutti, prima servi dell’Eterno e poi testimoni della Sua gloria. Troppo spesso, noi vogliamo raccogliere dove non abbiamo seminato; e siamo lamentosi, accusando Dio di scarsa attenzione verso i nostri problemi; e accantoniamo nel cuore amarezza che raffredda la fede, che ci rende sordi alla voce di Dio ed offusca la nostra visione spirituale. “Getta il tuo pane sulle acque perché un giorno tu lo ritroverai” (Ecclesiaste, 11:1). Signore aumentaci la fede! Serviamo l’Iddio nostro e noi lo vedremo all’opera nella nostra vita, nelle nostre case, nelle nostre famiglie, intorno a noi, sul posto di lavoro, sul pianerottolo di casa. Siamo chiamati a portare la buona medicina di Cristo, la giustificazione e la salvezza per grazia. Oggi, tutti corrono verso le farmacie per curare qualcosa; e dopo essere guariti, si accorgono di un’altra malattia e corrono di nuovo in farmacia. Ma gloria a Dio perché Cristo è la buona medicina per tutti i mali dell’uomo e chi beve dell’acqua e del pane della vita che Egli dà, non avrà mai più fame e sete in eterno. A Dio sia la gloria!