Pentecostali nel mondo

Roma, Lunedì 21 Aprile 2025 04:54

Il terremoto: considerazioni bibliche

Terremoto: considerazioni biblicheIl recente terremoto ha scosso l’intero Paese. Molti di noi lo hanno vissuto in prima persona, seppure con intensità diverse a seconda della regione di permanenza. Il primo pensiero e la nostra preghiera è per tutti i familiari delle vittime. In secondo luogo, vogliamo intervenire per condividere delle riflessioni bibliche, soprattutto in risposta ai tanti dubbi che solleva la sofferenza umana ed alla ricorrente domanda, in simili eventi: "Dov’era e dov’è Dio?". Sgombriamo il campo da quelle posizioni che vorrebbero associare queste calamità all’ira di Dio. Il Creatore dell’universo, il Santo la cui gloria riempie la terra ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna (Giovanni 3:16). Nella Bibbia sono spesso citate calamità naturali, tra cui i terremoti. L’universo intero è sottoposto a delle leggi che Dio ha scritto ed ogni cosa procede secondo la sua volontà. Ma il Signore è il Signore anche delle leggi ed Egli può disporre in modo sovrano. Ecco che il Signore talvolta è intervenuto utilizzando gli elementi della natura per parlare in modo specifico al popolo, ai profeti o ai suoi servi. Ma questa è l’eccezione non la regola; soprattutto nel Nuovo Testamento, governato dalla grazia e non dalla legge. Dio è certamente giustizia ma Cristo è prima grazia per chiunque crede e per quanti ancora verranno a Lui; perchè ancora oggi e domani e sino alla fine dei tempi, è e sarà grazia. Questa idea del dio crucciato che “scende” tra gli uomini e contende e punisce col terremoto o altre calamità, non è biblica. Il nostro Signore Cristo Gesù è sceso dal cielo per servire, per salvare, per confortare e dare pace: la nostra legge è la carità e questo è il tempo della grazia. Certamente tutti compariremo al trono del giudizio per rispondere delle nostre scelte; ma la grazia si esprime con la libertà, la pazienza e la nostra scelta è solo per amore. Tutti noi uomini siamo poi soggetti alle “intemperie” di questo mondo; anche i profeti ed i santi uomini di Dio hanno sofferto freddo, malattie, persecuzioni … molti, come Giovanni Battista, hanno perso la testa, ma non la corona. La Parola ci parla della brevità e della fragilità della vita, dove ogni nostro giorno è nelle Sue mani; Dio dà e Dio toglie. Egli può ogni cosa e può permettere che cose accadano al giusto ed al malvagio. Perché Egli è Dio ed è Santo, Giusto e Misericordioso. Qualunque cosa accada, noi, Suoi servi, siamo nelle Sue mani; se rimaniamo in piedi, gloria a Dio; se cadiamo, gloria a Dio, cadiamo nelle sue mani. Per fede accettiamo l’onnipotenza di Dio ma anche la Sua piena sovranità sapendo che Cristo è morto per noi perché Egli ci ha amati per primo. Questo è il nostro Signore, questo è il Dio che noi abbiamo conosciuto, che amiamo e che serviamo. “Santo, Santo, Santo è il Signor degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria” (Isaia 6:3). 

La Rivelazione, una Via, una Verità: Cristo Gesù

la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia"Scrivi dunque le cose che tu hai vedute, e quelle che sono, e quelle che saranno da ora innanzi; il misterio delle sette stelle, che tu hai vedute sopra la mia destra, e quello de' sette candellieri d'oro. Le sette stelle son gli angeli delle sette chiese; e i sette candellieri, che tu hai veduti, sono le sette chiese" (Apocalisse 1:19-20). La Rivelazione di Gesù Cristo a Giovanni rappresenta per la chiesa la conferma e la certezza della gloria, della vittoria e della fedeltà di Colui che porterà a compimento ogni promessa; "perchè la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia" (Apocalisse 19:10). Il mistero è un messaggio per la chiesa ancora di oggi. Il mistero è Cristo Gesù, "la Via, la Verità e la Vita". "E la Parola è stata fatta carne, ed è abitata fra noi (e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria, come dell'unigenito proceduto dal Padre), piena di grazia, e di verità" (Giovanni 1:14). Come in ogni tempo, anche in questo, ogni uomo vuole accreditare la propria verità; e così, anche in mezzo a noi, spesso sorgono, entrano e prosperano "altri evangeli", frutto di compromessi o di vanagloria personale. Ma la Via è una, la Verità è una: Cristo, senza il quale "nessuno viene al Padre" (Giovanni 14:15). Molti si dicono cristiani, parlano di Cristo ma in realtà non lo hanno mai incontrato, non lo hanno mai conosciuto e la Croce non ha mai trasformato radicalmente le loro vite. "Se voi perseverate nella mia Parola, voi sarete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31). Gli uomini veramente liberi sono la chiesa, coloro che hanno conosciuto veramente Cristo, uomini e donne che fanno parte del sacerdozio regale di Cristo, coloro che formano il Corpo di Cristo e ne sono la sposa. "E lo Spirito, e la sposa dicono: Vieni. Chi ode dica parimenti: Vieni. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Apocalisse 22:17). A Dio sia tutta la gloria.

Tutti furono ripieni di Spirito Santo

ripieni di Spirito Santo per testimoniare di Cristo"Tutti furono ripieni di Spirito Santo ..." (Atti 2:4). I discepoli avevano vissuto per 3 anni a contatto stretto con il Maestro; eppure, la gloria celeste entrò in loro per cambiarli radicalmente soltanto con la Pentecoste. Lo Spirito Santo permise loro di afferrare la pienezza di Cristo e fortificare ciò che era debole. Dalla Pentecoste, "le cose vecchie sono passate: ecco, tutte le cose son fatte nuove" (2 Corinzi 5:17). Il dramma di molte nostre chiese evangeliche oggi è proprio questo: l'avere perso la pienezza della benedizione pentecostale e l'averla sostituita con lo spirito del mondo, con il falso fuoco dell'intrattenimento mondano. Chiese che hanno lasciato il "primo amore" (Apocalisse 2:4), che hanno posto "il seggio di Satana" al proprio interno (Apocalisse 2:13), che sono diventate tiepide (Apocalisse 3:16); chiese che hanno "nome di vivere" eppure sono morte (Apocalisse 3:1). Abbiamo bisogno di un ritorno alla Pentecoste apostolica, ad una vera effusione di Spirito Santo, unica benedizione in grado di incidere l'intimo del cuore con l'impronta del divino. Abbiamo bisogno urgente della pienezza Pentecostale per conoscere meglio Cristo e per essere noi stessi fonte di benedizione per gli altri. Soltanto un cuore ripieno dello Spirito Santo traboccherà dell'amore di Cristo e forgerà in noi uno spirito autenticamente missionario desideroso di conquistare il mondo a Cristo. "Se voi mi amate, osservate i miei comandamenti. Ed io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consolatore, che dimori con voi in perpetuo. Cioè lo Spirito della verità, il quale il mondo non può ricevere, perchè non lo vede, e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perchè dimora presso di voi, e sarà in voi" (Giovanni 14:15-17). 

Profetizza contro ai pastori

profetizza contro ai pastori ..."... profetizza contro ai pastori d'Israele; profetizza, e dì a quei pastori, così ha detto il Signore Iddio: Guai a' pastori d'Israele, che si son pasciuti loro stessi! non è la greggia quella che i pastori debbono pascere?" (Ezechiele 34:2). Molte denominazioni e chiese evangeliche, pure con una storia di fedeltà alle spalle, hanno iniziato ad allontanarsi dal fuoco del Vangelo. Hanno cominciato a percorrere altre vie, altre verità, abbracciando forme di buonismo, di ecumenismo, di modernità in netto contrasto con la Santa Parola di Dio. L'intrattenimento ha preso il sopravvento e le novità tendono a creare falso fuoco, avendo lo Spirito Santo smesso di soffiare. Un raffreddamento della chiesa è biblico; Gesù stesso pone un inquietante interrogativo rivelatore del raffreddamento degli ultimi tempi: “Ma quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà egli pur la fede in terrà?” (Luca 18:8). La posizione dell'uomo davanti a Dio è sempre un fatto personale e ciascuno risponde di se stesso. Ma i pastori delle comunità hanno pesanti responsabilità verso il gregge. Molti pastori, in realtà, non sono mai stati chiamati da Dio e quindi sono falsi pastori che, seppure in buona fede, non hanno la potenza del ministero. Altri pastori, seppure chiamati, nel tempo, hanno perso lo zelo del primo amore ed hanno piegato l'Evangelo della grazia verso la propria gloria personale. Capita di vedere pastori pieni di orgoglio, con 100 maschere, con così tante etichette, medaglie ed incarichi che probabimente non avranno neanche più il tempo per un "Padre nostro"; pastori gonfi di se stessi che hanno smarrito la Via. Ancora oggi, resta valido il richiamo di Paolo: "Io non mi proposi di sapere altro tra voi se non di Cristo e di Cristo crocifisso (1 Corinzi 2:2). Perchè il Vangelo ha un solo scopo: la gloria di Dio; una sola Via: Cristo Gesù, l'unica Via della grazia, della redenzione e della riconciliazione al Padre. Mai la gloria può andare all'uomo ma solo all'Agnello, al Leone di Giuda. E "Se il Signore non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori" (Salmo 127:1). Ancora oggi, l'invito è di tornare e rimanere nella piena ubbidienza e consacrazione alla Parola di Dio. “Se alcuno insegna diversa dottrina …. Vane disputazioni d’uomini corrotti della mente e privi della verità, che stimano la pietà esser guadagno; ritratti da tali” (1 Timoteo 6:3-5). "Ma quand’anche noi, quand’anche un angelo del cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia egli anatema" (Galati 1:8). Se tu pastore non sei stato chiamato da Dio, tu lo sai: scendi dal pulpito, lascia l'incarico e riparti dalla Croce. Se tu pastore, negli anni, ti sei raffreddato, ti sei perso ed hai iniziato a cercare l'interesse personale, fai un passo indietro, esamina te stesso, e riparti dalla Croce in piena umiliazione davanti all'eccellenza di Cristo. Aiutaci Signore, ancora oggi, in questi tempi malvagi, a rimanere in comunione col Maestro ed a cercare, prima di ogni cosa, il regno de' cieli e la Tua gloria. "Degno è l'Agnello, che è stato ucciso, di ricever la potenza, e le ricchezze, e la sapienza, e la forza, e l'onore, e la gloria, e la benedizione" (Apocalisse 5:12).

Non giudicate ma giudicate

giudicate di giusto giudizioC'è modo e modo di giudicare. Ogni uomo è "costruito" e "collocato" da continui giudizi di valore. Come cristiani siamo prima di ogni altra cosa chiamati ad amare come Cristo ma anche a discernere il bene dal male secondo la visione evangelica e detestare il peccato che Cristo detesta (Apocalisse 2:6).  Secondo la Parola di Dio, noi possiamo e dobbiamo giudicare ma "Non giudicate secondo l'apparenza, ma fate giusto giudizio" (Giovanni 7:24). Spesso, intere comunità evangeliche vengono giudicate perdute per colpa di qualche mela marcia. Ma il metro per pesare esiste: “Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:20). Gesù stesso ci fornisce la giusta chiave di giudizio perchè allora, come anche oggi, molti falsi credenti, discepoli, apostoli, profeti e altri si erano insinuati tra i fedeli. Anche tra gli stessi apostoli, vi erano persone "strane" come Giuda, Pietro, Tommaso. Il vero discepolo è servo di Cristo e vive per la gloria di Dio. Tutto il Vangelo è tagliato per la gloria di Dio e mai per la gloria o per gli interessi dell'uomo. Per questo la contrapposizione Creatore/creatura è netta ed ogni forma di venerazione o esaltazione verso l'uomo è idolatria grave perchè sottrae ciò che appartiene a Dio soltanto. Giovanni Battista, la "voce d'uno, che grida nel deserto", ci fornisce diversi esempi straordinari del "giusto giudizio": "Egli dunque diceva alle turbe, che uscivano per essere da lui battezzate: Progenie di vipere, chi vi ha mostrato a fuggir dall'ira a venire? Fate dunque frutti degni di ravvedimento; e non prendete a dir fra voi stessi: noi abbiamo Abrahamo per padre ... Or già è posta la scure alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco" (Luca 3:7-9). "E Giovanni aveva detto ad Erode: non ti è lecito di avere la moglie del tuo fratello" (Marco 6:18). Perchè un "giusto giudizio" non può che procedere dal Padre della giustizia che ministra e fornisce discernimento per la potenza dello Spirito Santo e per la gloria di Cristo. “Io conosco le opere tue, e la tua fatica, e la tua sofferenza, e che tu non puoi sopportare i malvagi; ed hai provati coloro che si dicono essere apostoli e nol sono; e li hai trovati mendaci" (Apoc. 2:2).

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