Pentecostali nel mondo

Roma, Sabato 19 Aprile 2025 04:12

Rut. Una storia meravigliosa: nelle tenebre la grazia

Rut: nelle tenebre la graziaRUT. Una storia meravigliosa: nelle tenebre la grazia

Il Libro di Rut ci racconta una storia meravigliosa che partendo dal profondo dolore di una semplice donna, evidenzia poi la grazia come manifestazione della potenza di Dio.

Sono molti gli insegnamenti che possiamo trarre dal Libro ma vogliamo focalizzare l’attenzione su 4 punti.

  1. Or Elimelec, marito di Naomi, morì, ed essa rimase con i suoi due figliuoli … Poi entrambi, Malon e Chilion morirono anch’essi” (Rut 1:3-5) ed anche Rut rimase vedova. Nessuna sofferenza è più grande della perdita dei propri figli o di una persona cara; una sofferenza senza fine, senza tempo. Anche noi, come popolo di Dio e come uomini, siamo sottoposti alle medesime sofferenze di questa generazione come conseguenza universale del peccato (1 Giovanni 5:19). Ma siamo salvati per grazia con la certezza che Cristo cammina con noi (Matteo, ultimo cap., ultimo verso) fino alla fine dell’età presente. Qualunque cosa accada, anche nella sofferenza più profonda, accettiamo che Egli è il Signore, l’Onnipotente, e tutto è rimesso nelle sue mani: “Qui è la sofferenza e la fede dei santi” (Apocalisse 13:10), “la sofferenza della speranza che voi avete nel Signor nostro Gesù Cristo” (1 Tessalonicesi 1:3).
  2. Rut ed Orpa rimasero vedove. “Allora esse alzarono la voce, e piansero di nuovo. E Orpa baciò la sua suocera; ma Rut restò appresso di lei” (Rut 1:14). Di fronte alla sofferenza, possiamo allontanarci oppure rimanere sulla “Via” della volontà di Dio. La famiglia di Cristo, quale popolo di Dio riscattato dal sangue dell’Agnello, è chiamata all’unità. Preghiamo “Padre Nostro …” perché è alla dimensione comunitaria che siamo chiamati, allo stare insieme in Cristo, per lodare e magnificare il suo Nome Altissimo e spandere il buon profumo di Cristo. “Nessuno, il quale messa la mano all’aratro riguarda indietro è adatto al regno di Dio” (Luca 9:62). E neppure è tempo di saltare da chiesa a chiesa. La Via della Verità tracciata da Cristo ha solo un senso: noi siamo chiamati ad andare avanti, in obbedienza e fedeltà, come atleti verso il traguardo. Cari fratelli in Cristo, prendiamo esempio da Rut; umanamente, era una donna affranta da un immenso dolore e senza prospettive ma Rut non andò via, rimase con la sua famiglia, Naomi.
  3. E Naomi, sua suocera, disse: Figliuola mia, non ti procaccerei io riposo per il tuo bene? Ora dunque Booz, con le cui fanciulle tu sei stata, non è egli nostro parente?” (Rut 3:1-2). Naomi è esempio di amore, di sostegno, di incoraggiamento; spinge Rut verso Booz, verso ciò che può essere il suo migliore futuro, il suo maggior bene. E secondo la cultura e le usanze del tempo, spinge Rut ai “piedi” (verso 4) di Booz. Il nostro parente prossimo è Cristo che ci ha riscattati dalla morte, “poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16). Quando parliamo con le persone, indichiamo in Cristo l’unica Via di riscatto? Stiamo spandendo il buon profumo di Cristo? Stiamo mettendo l’Evangelo della Grazia avanti ad ogni nostro interesse terreno?
  4. "Allora Rut si gettò sulla sua faccia, e s'inchinò a terra, e disse a Booz: Perchè ho io trovato grazia davanti a te, che tu mi riconosca essendo io forestiera? (Rut 2:10) ... "Poi nell'ora del mangiare, Booz le disse: Accostati qua, e mangia del pane, e intingi il tuo boccone nell'aceto" (verso 14). “Booz dunque prese Rut, ed ella gli fu moglie; ed egli entrò da lei, ed il Signore le fece grazia d’ingravidare; e partorì un figliuolo” (Rut 4:13), “e lo chiamarono Obed. Esso fu padre d’Isai, padre di Davide” (verso 17). E torniamo all’Onnipotenza di Dio, dove ogni cosa è nelle sue mani e tutto gli è sottoposto: “e Booz generò Obed, di Rut” (Matteo 1:5), “e Giacobbe generò Giuseppe, marito di Maria, della quale è nato Gesù, che è nominato Cristo” (verso 16). Una donna umanamente provata, straniera, senza prospettive, rimane fedele e Dio la onora al punto di trovarsi scritta nella genealogia di Gesù Cristo e citata più volte nella Parola di Dio.

Quello che faremo nei momenti di maggior crisi e sofferenza, quello che faremo nel nostro deserto, è quello che ci definirà come cristiani. Gesù nel deserto, nella sofferenza e nella tentazione, ha già vinto per noi, e noi vinciamo in Cristo. Ci saranno momenti di forte contrasto e depressione, momenti in cui cadremo ma Cristo resta il nostro riscatto e la nostra vittoria. Restiamo sulla Via e testimoniamo di Lui. Nelle avversità, qualunque cosa accada, andiamo avanti per la Via, riguardando a Cristo. Dio è fedele ed onora sempre i suoi figliuoli. 

A Dio tutta la gloria.

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Generazione eletta, real sacerdozio

generazione eletta, real sacerdozioGenerazione eletta, Real sacerdozio

"Ma voi siete la generazione eletta; il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto; affinchè predichiate le virtù di colui che vi ha dalle tenebre chiamati alla sua meravigliosa luce. I quali già non eravate popolo, ma ora siete popolo di Dio; a' quali già non era stata fatta misericordia, ma ora vi è stata fatta misericordia" (1 Pietro 2:9-10).

In una meravigliosa sintesi, lo Spirito Santo ci dice chi eravamo, chi siamo in Cristo, cosa abbiamo ottenuto ed a cosa siamo chiamati. Da peccatori, il cui salario è la morte (Romani 6:23), siamo stati chiamati attraverso il sacrificio di Cristo alla riconciliazione col Padre (Romani 5:1); e per il sangue versato, abbiamo avuta grazia di salvezza e grazia di santificazione (Levitico 19:1; 1 Pietro 1:15). Avendo per grazia libertà d'accostarci al Padre, come Leviti, abbiamo ricevuto real sacerdozio per la santità del "gran sommo sacerdote ch'è entrato ne' cieli, Gesù il Figliuolo di Dio" (Ebrei 4:14), "sacederdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedec" (Ebrei 7:17). Abbiamo ottenuto misericordia e grazia e santità nella Via; ora, in quanto figliuoli salvati per grazia e popolo di Dio, siamo chiamati ad essere operai (1 Corinzi 3:9), servi, ambasciatori di Cristo (2 Corinzi 5:20) per spandere il buon profumo dell'Evangelo.

"Costoro guerreggerano con l'Agnello, e l'Agnello li vincerà; perchè egli è il Signor de' signori, e il Re dei re; e coloro che con lui son chiamati, ed eletti, e fedeli" (Apocalisse 17:14).

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Charles E. Greenaway (1918-1993)

Charles Greenaway 1918- 1993Sabato 31 luglio 1993 veniva chiamato alla casa del Padre il fratello, missionario ed evangelista, Charles Greenaway. Da ultimo, 1991-92 (video), aveva visitato anche l'Italia in occasione di incontri giovanili pentecostali, lasciando quella impronta indelebile dell'uomo di Dio ripieno di Spirito Santo. E' il ricordo, caro alla memoria, di un predicatore del risveglio, capace di spandere, attraverso una vivace lettura della Parola, il buon profumo di Cristo. Una vita spesa, anche attraverso non poche rinunce e sofferenze, nella suprema missione di annunciare Cristo, la Parola fatta carne, laddovve ancora non era giunta la testimonianza. 170 Nazioni visitate predicando Cristo, il seme della Parola piantato nell'Africa occidentale, le prime comunità evangeliche nel Burkina Faso (ex Alto Volta), Togo, Benin (ex Togo-Dahomey), Senegal. Un'opera missionaria straordinaria che testimonia ancora oggi ciò che Dio può fare dall'argilla di un uomo arreso nelle Sue mani. "La chiesa di Gesù Cristo deve essere ravvivata, ha bisogno di potenza perchè ha perduto il senso della presenza di Dio" (C. Greenway). A Dio tutta la gloria.

"Dio disse: Io sono ... l'Iddio di Abrahamo, l'Iddio di Isacco e l'Iddio di Giacobbe" (Esodo 3:5-6). 

Incontro giovanile evangelico, Fiuggi (Fr), 3.11.1991 (Video)

Luglio 2012 / Luglio 2019

7 anni di  pentecostalinelmondo.it

Nel luglio del 2012 partiva questa iniziativa, come campo di missione ma prima ancora come occasione per conoscere di più Dio ed onorarlo attraverso una maggiore conoscenza delle Scritture, Vecchio e Nuovo Testamento. Un cammino per La Via denso di tante benedizioni personali e speriamo anche per quanti sono affezionati lettori o di passaggio. Dio ci aiuti a proseguire in fedeltà secondo l'Evangelo della Grazia.

Pregate per noi e se avete in cuore ed avete possibilità, pensate alla possibilità di sostenere anche economicamente questa iniziativa ("donazioni", tasto a destra fine pagina), per consentire maggiori attività di evangelizzazione e di implementare il sito con contenuti audio/video. Dio benedica grandemente le nostre vite, le nostre famiglie, il nostro lavoro e le nostre comunità. Camminiamo servendo Cristo come servi, operai, discepoli ed ambasciatori dell'Altissimo in questo tempo. 

Per qualsiasi necessità scriveteci ma prima di ogni cosa pregate il Padre nostro che conosce ogni profondità. Dio è buono, misericordioso e fedele. 

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Popolo di Dio, NON pecore erranti

lettere viventi di Cristo"Noi tutti eravamo erranti, come pecore; ciascuno di noi si era volto alla sua via. Ma il Signore ha fatta avvenirsi in lui l'iniquità di tutti noi" (Isaia 53:6).

"Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza; perché fedele è colui che ha fatte le promesse. E prendiamo guardia gli uni agli altri, per incitarci a carità, ed a buon opere; non abbandonando la comune nostra raunanza, come alcuni sono usi di fare; ma esortandoci gli uni gli altri; e tanto più, che voi vedete approssimarsi il giorno" (Epistola agli Ebrei 10:23-25).

Quanti hanno accettato Cristo, si sono battezzati e vogliono vivere secondo l'Evangelo non possono abbandonare la comunità. I salvati per grazia sono il popolo di Dio, chiamato a vivere in comunione fraterna, in comunità, con l'unico fine di glorificare il "Padre nostro" e per conseguenza testimoniare l'amore di Cristo nella potenza dello Spirito Santo. Quello che vediamo, invece, è che molti, o perchè scandalizzati da qualcuno o qualcosa nella chiesa, o perchè in disaccordo con qualcuno o qualcosa della comunità, decidono di abbandonare; scegliendo così di vivere "in solitudine" la propria fede, senza frequentare fratelli o culti, continuando a professarsi cristiani e magari nutrendosi del predicatore web di turno di maggior "gusto" personale, sia esso evangelico, pentecostale, carismatico oppure a-denominazionale che va oggi molto di "moda". Questa scelta non è biblica, salvo che il pastore e la comunità non accolgano false dottrine contrarie all'Evangelo di Cristo; ma anche in questo caso, facciamo attenzione a non avere noi abbracciato una falsa dottrina. La comunità locale è gregge di Dio, chiamata sul posto a spandere il buon profumo di Cristo, ciascuno secondo quanto ha ricevuto, chi 100, chi 50, chi 30, chi 10, chi 1; perchè nessuno che abbracci Cristo procede per la via senza aver ricevuto qualcosa. La grazia è l'immediato dono di Dio; la santità è il cammino con Cristo che ci vedrà crescere spiritualmente, nella conoscenza di Dio e della Parola, nella fede e nell'esperienza. 99 pecore saranno lasciate per cercare quella smarrita (Matteo 18:12), perchè il nostro posto di cristiani è con il gregge di Cristo, il Buon Pastore. Nella comunità potranno anche esserci malintesi, scandali, abbandoni ... ma in quale parte della Bibbia il Signore ci dice di riguardare il pastore o il fratello? Riguardiamo Cristo! Un uomo di nome Giuda spezzava il pane con il Maestro, ed era ladro e poi anche traditore. Se tu fossi stato un altro dei discepoli, avresti abbandonato Cristo per causa di Giuda??? La pentecoste scese su tutti, perchè "tutti erano insieme di pari consentimento" (Atti 2:1). Anche per questo oggi abbiamo poca manifestazione di Spirito Santo, poca potenza, tante volte siamo deboli ed affranti nello spirito: poco amore, tiepidezza per le cose del Signore, poco amore fraterno, divisioni, amarezze ... Noi insieme siamo il popolo di Dio, santi perchè la radice è santa (Romani 11:16), avendo ottenuta misericordia per il sangue del Giusto. "E lo Spirito, e la sposa dicono:Vieni. Chi ode dica parimenti: Vieni. E chi ha sete venga; e chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Apocalisse 22:17). Dio ci benedica. 

Luglio 2012 / Luglio 2019

7 anni di  pentecostalinelmondo.it

Nel luglio del 2012 partiva questa iniziativa, come campo di missione ma prima ancora come occasione per conoscere di più Dio ed onorarlo attraverso una maggiore conoscenza delle Scritture, Vecchio e Nuovo Testamento. Un cammino per La Via denso di tante benedizioni personali e speriamo anche per quanti sono affezionati lettori o di passaggio. Dio ci aiuti a proseguire in fedeltà secondo l'Evangelo della Grazia.

Pregate per noi e se avete in cuore ed avete possibilità, pensate alla possibilità di sostenere anche economicamente questa iniziativa ("donazioni", tasto a destra fine pagina), per consentire maggiori attività di evangelizzazione e di implementare il sito con contenuti audio/video. Dio benedica grandemente le nostre vite, le nostre famiglie, il nostro lavoro e le nostre comunità. Camminiamo servendo Cristo come servi, operai, discepoli ed ambasciatori dell'Altissimo in questo tempo.

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Il modo di avere. Il giovane ricco

Cristo prima di tutto“Quel giovane gli disse: Tutte queste cose ho osservate fin dalla mia giovinezza; che mi manca ancora? Gesù gli disse: Se tu vuoi esser perfetto, va’, vendi ciò che tu hai, e donalo a’ poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami. Ma il giovane, udita quella parola, se ne andò contristato; perché egli aveva molte ricchezze” (Matteo 19:20-21). Tanti motivi impediscono alle persone di abbracciare Cristo incondizionatamente, così come Lui chiede. Quest’incontro - riportato sia dall’evangelista Matteo che da Marco (cap. 10) e Luca (cap. 18) - ci parla del rapporto con i beni di questa vita, con l’importanza che ciascuno di noi dà alle cose, le priorità che scegliamo. Cos’è quella chiamata all’essere “perfetto” che Cristo rivolge al giovane? Nessuno di noi è perfetto, tutti siamo peccatori salvati per grazia, senza alcun merito ma per la grazia che splende ancora dalla Croce. Il senso allora è: qual è la tua priorità? Dio non può stare al secondo posto; cosa c’è al primo posto nel tuo cuore? Gesù poteva scrutare ogni cuore sino alle estreme profondità dell’animo umano. L’evangelista Luca chiarisce il passaggio: Gesù gli disse: “Una cosa ti manca ancora: vendi tutto ciò che tu hai, e distribuiscilo a’ poveri, ed avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami” (Luca 18:22). Il problema era confidare nelle ricchezze più che in Dio. “Perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:21). Il problema non è la ricchezza in sé; Davide, Salomone e tanti uomini di Dio furono molto ricchi; il punto è il rapporto con ciò che abbiamo e l’utilizzo delle proprie risorse. Spesso in ambito evangelico si parla ancora del falso problema della decima; a Dio non serve la tua decima, Egli vuole tutto te stesso. Ricordiamo sempre le parole di Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Galati 2:20). Il giovane ricco “aveva” molte ricchezze, un avere che era un’attitudine, un rapporto, un attaccamento alle cose. La stessa espressione la ritroviamo in Giovanni 13:29: “Giuda aveva la borsa …”, “era ladro, e tenendo la borsa, ne portava via quel che si metteva dentro” (Giovanni 12:6). L’amore per il denaro, l’attaccamento alle cose, la paura di perdere ciò che si ha è una radice velenosa che si avvolge come un serpente al cuore dell’uomo, allontanandolo da Dio, perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore. Una conversione parziale è il rischio anche dei credenti di oggi: il cuore si converte ma la tasca resiste; tutto il mio cuore appartiene a Dio ma non chiedetemi di dare soldi per l’opera … “Che utilità vi è, fratelli miei, se alcuno dice d’avere fede, e non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella son nudi e mancanti del cibo quotidiano, e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date loro le cose necessarie al corpo, che giova?” (Giacomo 2:14-16). “Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (verso 26). “La carità sia senza simulazione” (Romani 12:9), senza ipocrisia. “Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17). In questi ultimi decenni stiamo assistendo ad una nuova forma di idolatria, quella verso gli animali. Sempre più persone, magari per delusioni o solitudine, elevano un animale a compagno di vita, impegnando soldi e tempo per provvedere al cane, al gatto o altro animale che sia. Se spendiamo più soldi per l’animale di quanto offriamo per l’opera del Signore e per il nostro prossimo in difficoltà, cristianamente questo è un problema. Troppo spesso, usiamo con fratelli o non convertiti parole di conforto usando versetti biblici quando invece dovremmo testimoniare andando a far la spesa e portando ciò che occorre alla famiglia bisognosa. “Iddio ama un donatore allegro” (2 Corinzi 9:7). “Voi li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:20). Signore aiutaci a consacrarci completamente a te, aiutaci a rivolgere il nostro cuore a Cristo senza riserve, provvedi al bisogno di ciascuno e rendici sensibili alla tua voce. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù stesso disse ai discepoli: “Date lor voi da mangiare” (Marco 6:37). Molte missioni, molte chiese, molte famiglie sono oggi in difficoltà. Nella prima chiesa descritta negli Atti degli apostoli “gran grazia era sopra tutti loro. Poiché non vi era alcun bisognoso fra loro” (Atti 4:33-34). Oggi, il popolo di Dio ha smesso di essere un “donatore allegro” in vista del Regno de’ cieli, appare raffreddato, chiuso in se stesso, sfiduciato nell’attesa; e chiudendo le proprie mani ha raffreddato anche il proprio cuore. Signore aiutaci ad essere noi stessi, come tuoi figliuoli, fonte di benedizione per gli altri e si conosca che tu sei Dio, che noi siamo tuoi servitori e che per la tua parola noi facciamo tutte queste cose (1 Re 18:36).         

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