Cristiani in Afghanistan
CRISTIANI IN AFGHANISTAN (25.08.2021)
(Per gentile concessione pubblichiamo un articolo a cura del Direttore di Open Doors, Cristian Nani)
Com'è la situazione dei cristiani nel Paese?
Precaria. Sappiamo dai media ma anche da fonti locali che i talebani vanno di casa in casa per eliminare gli elementi indesiderati. Chi sono gli indesiderati? Chiunque abbia collaborato con l’occidente (specialmente gli insegnanti), ma anche gli omosessuali e i non-musulmani. Anche i cristiani sono quindi in grave pericolo, chiunque venga scoperto è severamente punito.
A cosa andranno incontro i cristiani se scoperti?
Le conseguenze possono essere le più terribili. Rapimento, tortura, morte. Nel 2017, una donna tedesca e una guardia afgana sono state uccise in seguito all’attacco di una guest house. I talebani hanno anche ucciso una famiglia sudafricana a Kabul nel 2014. Se persino gli operatori umanitari stranieri sono stati uccisi, che cosa potrebbe accadere ai cristiani locali?
Come stanno rispondendo i cristiani?
Tutti hanno paura, ciascuno risponde in modo diverso. Alcuni tentano di scappare dal Paese, altri decidono di restare vivendo come credenti nascosti. Poi c’è chi vorrebbe scappare ma non può e infine chi non sa proprio cosa fare.
I cristiani hanno avuto libertà negli ultimi vent’anni?
No, purtroppo. Il governo insediato dagli americani non è riuscito a provvedere la libertà religiosa e la protezione delle minoranze (religiose) come sikh e cristiani. I sikh, pur essendo perseguitati, sono in una certa misura tollerati. Sono principalmente di etnia indiana e non sono noti per condividere con altri la propria fede. Quindi risultano meno pericolosi. A loro è sempre stato concesso di vivere come sikh, anche se con molte ostilità e con costante ‘Da’awa’, l’invito cioè a seguire l’islam. I cristiani invece non sono liberi, perché considerati apostati e costretti perciò a nascondere la propria fede. In passato, chi si è esposto come cristiano è scomparso, ed è stato probabilmente torturato e ucciso. Sono poi presenti anche altre religioni e altri culti, ma se ne conosce poco.
La situazione cambierà per i cristiani?
L’Afghanistan occupa una posizione alta, tra i primi 10 Paesi della nostra World Watch List (WWL), e nel corso degli ultimi anni si è posizionato sempre al secondo posto. Soltanto la Corea del Nord ha ottenuto un punteggio leggermente più alto. La persecuzione ha visto un’impennata negli ultimi anni ed è evidente che questa presa di potere da parte dei talebani significhi ora che siamo di fronte a un nuovo livello di persecuzione: le minacce e i rischi sono cresciuti ulteriormente.
Quindi l’Afghanistan occuperà il primo posto nella prossima WWL?
È troppo presto per dirlo. Mentre scriviamo, la nostra squadra di ricerca sta analizzando la condizione dei cristiani in oltre 70 nazioni e monitorando da vicino l’Afghanistan. La nuova World Watch List verrà pubblicata il prossimo gennaio 2022 e solo a quel punto potremo pronunciarci a riguardo.
Come si sentono i cristiani relativamente alla presa del potere da parte dei talebani?
Sono delusi e si sentono abbandonati da coloro in cui avevano riposto le speranze per la propria protezione. Le truppe straniere se ne sono andate e il governo è fuggito. Allo stesso tempo sapevano che questo giorno sarebbe arrivato, per questo erano in un certo senso preparati. Ma questo non ne riduce le difficoltà.
I cristiani stanno chiedendo vie di fuga, passaggi sicuri e asilo?
Certamente, ora quasi tutte le persone stanno cercando di fuggire, non soltanto i cristiani. Tuttavia, con una persecuzione che prosegue da decenni, la situazione già difficile dei cristiani è ulteriormente peggiorata. Ora è quindi il momento per loro di mettersi in sicurezza, proteggendo specialmente le donne e i bambini.
Potreste dire di più sui bisogni essenziali dei cristiani afgani?
Le loro necessità primarie sono le stesse richieste da ogni afgano: sicurezza, cibo, acqua pulita e cure mediche. C’è molta violenza in tutta la nazione, le catene di approvvigionamento si sono interrotte e le cliniche mediche hanno smesso di funzionare. Dai rubinetti scorre ancora acqua pulita e dobbiamo pregare che rimanga così, perché una contaminazione dell’acqua potrebbe portare a molte malattie. Se il conflitto colpisse anche scuole e ospedali, inoltre, l’accesso alle cure mediche non sarebbe più possibile per milioni di persone.
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Nel ringraziare Open Doors per la preziosa condivisione, invitiamo tutta la fratellanza a pregare ed intercedere per il popolo afgano in questo momento di particolare sofferenza.
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