Ritorno all'albero
Ritorno all'albero.
"Poi, all'aura del dì, udirono la voce del Signore Iddio che camminava per il giardino. E Adamo, con la sua moglie, si nascose dal cospetto del Signore Iddio, per mezzo gli alberi del giardino. E il Signore Iddio chiamò Adamo, e gli disse: Ove sei? Ed egli disse: Io intesi la tua voce per il giardino, e temetti, perchè io era ignudo; e mi nascosi" (Genesi 3:8-10).
Nella Genesi dopo la creazione, Adamo ed Eva vengono posti nell’Eden e godono della presenza di Elohim, il Creatore dei cieli e della terra. Ma Eva intrattiene una relazione pericolosa con il serpente che la porterà a mettere in dubbio la Parola di Dio e il comandamento di non mangiare il frutto “dell’albero della conoscenza del bene e del male” (2:17). Eva si lascia sedurre dal serpente antico perché cede alla concupiscenza della lingua, della carne, e degli occhi; e con sé trascina anche Adamo. La trasgressione apre la porta al primo peccato: quello di non avere amato Dio al di sopra di ogni cosa; perché l’amore è obbedienza alla Parola di Dio; perché nell’amore di Dio non posso dubitare della Parola. Il peccato spezza la perfetta comunione dell’origine tra Dio e l’uomo, perché un Dio tre volte Santo non può accostarsi al peccato. Per questo, quando Dio scende nell’Eden mostra la lontananza dell’uomo: Adamo, mia amata creatura, “dove sei”? ovvero, perché ti sei allontanato da me? Adamo ed Eva avvertono ora il vuoto che la trasgressione ha creato ed il peso del giudizio che incombe su loro ed hanno paura. Qui al verso 10 troviamo il primo riferimento storico alla paura umana. Dio è il nostro creatore e noi siamo dipendenti da Lui. Allontaniamoci da Dio e sperimenteremo il dolore della paura nelle sue molteplici forme. Ma quando Dio creò l’universo, disse: “Sia la luce. E la luce fu” (Genesi 1:3). Il piano della redenzione era già scritto, avanti della fondazione del mondo. Nella luce data agli uomini era già compresa la luce della Croce, innalzata dalla terra come “Sole di giustizia” (Malachia 4:2).
“Nel principio la Parola era, e la Parola era appo Dio, e la Parola era Dio. (…) In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno compresa” (Giovanni 1:1-5). “E la Parola è stata fatta carne, ed è abitata fra noi …” (1:14).
Il primo Adamo si è corrotto ed è caduto. Il secondo Adamo, Cristo Gesù, viene tra noi come uno di noi e ritorna all’albero, al legno della croce ed offre se stesso in sacrificio per l’umanità. “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23) e “ogni cosa si purifica con sangue, secondo la legge; e senza spargimento di sangue non si fa remissione” di peccato (Ebrei 9:22). Il sangue dell’unigenito Figliuolo di Dio paga il salario del peccato e riscatta l’umanità, ci giustifica, ci riconcilia al Padre (Romani 5:1) e ci santifica. Da rami secchi destinati al fuoco, la Croce ci attrae per essere innestati e divenire rami santi perché la radice è Santa (Romani 11:16). Soltanto per grazia. Il primo Adamo si corrompe e si nasconde. L’ultimo Adamo, Cristo Gesù, allarga le sue braccia sulla Croce e si mostra al Padre ed all’umanità. SONO QUI PER TE!
SONO QUI PER TE, Padre mio, per pagare il conto della tua giustizia. La colpa dell’uomo ricada su di me, l’anima mia è posta per sacrificio (Isaia 53:10). “Ogni cosa è compiuta” (Giovanni 19:30) perché il sangue del “nuovo patto” è stato sparso (Ebrei 12:24).
SONO QUI PER TE, Adamo, uomo, umanità, “poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16). “Io ti ho riscattato, io ti ho chiamato per nome; tu sei mio” (Isaia 43:1). “Io sono la via, la verità, e la vita; nessuno viene al Padre se non per me” (Giovanni 14:6). “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo” (Matteo 11:28). “Or ecco, io sono con voi in ogni tempo, infino alla fine del mondo. Amen” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).
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