Alla destra del Padre. Il Cristo della gloria. (Parte 3).
Nella “parte 1” abbiamo approfondito il senso del sacrificio in adempimento alle promesse del Vecchio Testamento. Nella “parte 2” ci siamo soffermati sulle parole di Gesù rivolte a Maria Maddalena: “Non toccarmi …”, (Giovanni 20:17), cercando di comprendere perché a Maria dice “non toccarmi” mente l’apostolo Tommaso viene invitato a toccare il suo corpo. Adesso vogliamo soffermarci su quel motivo evidenziato da Gesù: “perché io non sono ancora salito al Padre mio …” (Giovanni 20:17). Le domande alle quali cercheremo di rispondere: 1) Perché Gesù non è ancora salito al Padre? 2) Salire al Padre perché? a fare cosa?
Punto 1. Luca ci dà una prima risposta “intorno a tutte le cose che Gesù prese a fare, e ad insegnare, infino al giorno ch’egli fu accolto in alto, dopo aver dati mandamenti per lo Spirito Santo agli apostoli, i quali egli aveva eletti. A’ quali ancora, dopo aver sofferto, si presentò vivente, con molte certe prove, essendo da loro veduto per 40 giorni, e ragionando delle cose appartenenti al regno di Dio” (Fatti degli Apostoli 1:1-3). Durante gli anni col Maestro, gli apostoli ed i seguaci avevano visto cose straordinarie ma molte cose erano ancora oscure; ed anche i loro cuori non erano ancora del tutto toccati dalla grazia che stava per compiersi. Nonostante l’essere stati con Gesù, la sua morte sulla croce getta sgomento, paura, sconforto e ognuno ritorna alla precedente occupazione di vita. Esattamente come profetizzato: “E Gesù disse loro: Voi tutti sarete scandalizzati in me questa notte; perché è scritto: Io percuoterò il Pastore, e le pecore saranno disperse. Ma dopo che sarò risuscitato, io andrò davanti a voi in Galilea” (Marco 14:27-28). Il più grande evento dell’eternità si era compiuto: il sacrificio di Cristo. Sempre per amore, Gesù stesso, non sale subito al Padre, ma si intrattiene con i suoi per una dispensazione speciale della sua presenza, del risorto, “primizia di coloro che dormono” (1 Corinzi 15:20), per dire ancora “io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo. Amen” (Matteo 28:20). Per 40 giorni il Gesù risorto si stringe ai suoi per testimoniare il piano glorioso della salvezza e per preparare i discepoli al compito che li attende (Matteo 28:19-20). Gesù sa che nei decenni a seguire ma anche nei tempi che verranno, le prove e le sofferenze dei cristiani saranno gravose, umanamente non sopportabili (Giovanni 16). Per questo, conforta i suoi promettendo il Consolatore: “io ve lo manderò” (Giov. 16:7) quando sarò andato via, cioè salito al Padre. “ … ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra qui e non molti giorni” (Atti 1:5), “e mi sarete testimoni … infino all’estremità della terra” (v. 8).
Punto 2. Trascorso questo tempo, Gesù “fu elevato … ed una nuvola lo ricevette, e lo tolse d’innanzi agli occhi loro” (Atti 1:9). Gesù sale al Padre per riprendere il proprio posto alle destra di Dio (Luca 16:20; Ebrei 8:1), per entrare “nella sua gloria” (Luca 24:26) in adempimento a tutte le Scritture del Vecchio Testamento. E viene al Padre “per comparire ora davanti alla faccia di Dio per noi “ (Ebrei 9:24), recando con sé il suo sangue purissimo sparso per l’umanità, olocausto perfetto, sacrificio di riconciliazione per un nuovo patto fondato su Cristo (Luca 22:20). Meravigliosamente Paolo, guidato dello Spirito Santo, scrive: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1). “Perché il salario del peccato è la morte" (Romani 6:23) ma Cristo sparge il suo sangue in riconciliazione (Ebrei 9:14-22) ed apre La Via che conduce al Padre. La resurrezione di Cristo ci testimonia che il Padre ha accettato il sacrificio e così anche l’adempimento della promessa dello Spirito Santo (Gioele 2:28-32; Giovanni 7:39). “Rendendo Iddio a ciò testimonianza, con segni, e prodigi, e diverse e potenti operazioni, e distribuzioni dello Spirito Santo” (Ebrei 2:4 – Atti 2:32-33). E per concludere, l’Apocalisse ci mostra il Cristo della Gloria: l’Agnello (5:6) sacrificato per noi ed il Leone della tribù di Giuda (5:5), il quale col suo “sangue ci ha comperati a Dio, d’ogni tribù, e lingua, e popolo, e nazione” (5:9).
A Dio tutta la gloria.
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