Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza
“Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Osea 4:6).
“Infatti quel che si può conoscer di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato” (Romani 1:19).
Il mio popolo. Il riferimento è oggi più che mai attuale. Nel testo, il riferimento non riguarda gli inconvertiti ma proprio coloro che erano popolo di Dio. Questo messaggio è ancora forte per noi cristiani di questo tempo. Anche noi siamo in pericolo di morte spirituale per mancanza di conoscenza. Il rischio è di avere “zelo di Dio, ma non secondo conoscenza” (Romani 10:2). Soprattutto, oggi, dopo il passaggio dalla dispensazione della legge alla dispensazione della grazia. Cristo è venuto, tra noi, come uno di noi, vivendo e soffrendo con noi. Ed aprendo la Via, della Verità che ci ha riconciliati al Padre (Romani 5:1 - Efesi 2). Dio cioè si è rivelato e fatto conoscere attraverso Cristo in tutta la sua potenza e la Parola di Dio è stata donata agli uomini di ogni generazione. Talché, ogni uomo è chiamato a conoscere Cristo, la Via della Verità che conduce alla Vita eterna. “E conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31). Senza Cristo nessuno viene al Padre (Giovanni 14:6); senza la conoscenza di Cristo, non c’è liberazione, non c’è libertà; ciò che resta è la schiavitù del peccato, ed “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). Dio è buono e alla fine salverà tutti è una menzogna nata nell’inferno. La Parola di Dio ci dice che il cuore dell’uomo è insanabilmente malvagio (Geremia 16:9) e tutti hanno peccato; ma tutti possono essere gratuitamente giustificati per la grazia e per la redenzione che è in Cristo (Romani 3:23). La conoscenza di Cristo è il primo passo. Poi dobbiamo camminare per la Via della Verità. La nuova nascita (Giovanni 3, Nicodemo) è una esperienza immediata per il peccatore che si riconosce tale, si ravvede ed abbraccia Cristo. Poi inizia il cammino di santità, lungo la Via della Verità. E questo ci parla di ubbidienza e servizio nella carità. Infatti: “la conoscenza gonfia, ma la carità edifica” (1 Corinzi 8:1). Nel mondo evangelico molti si sono gonfiati cercando la propria gloria e “stimando la pietà esser guadagno” (1 Timoteo 6:5). Ma una cosa che dobbiamo sempre tenere a mente ed utilizzare come metro di valutazione del “fratello” o del “pastore” è che secondo la Parola, la gloria non è mai dell’uomo; la gloria appartiene soltanto a Cristo nostro Signore e Salvatore che ci ha acquistati a prezzo di sangue. Dio onora i suoi servi fedeli ma la gloria è del Leone di Giuda, la Radice di Davide (Apocalisse 5:5). Conoscenza, ubbidienza, carità, servizio: questa Via è il cammino di santità per avere “la mente di Cristo” (1 Corinzi 2:16) e così dare tutta la gloria a Dio. Perché alla fine, siamo santi per la sua misericordia e gloria ritorna a Dio. Ma la conoscenza ha dei limiti. Non tutto ci è stato detto. Per questo dobbiamo fare attenzione a non andare “oltre quel che è scritto” (1 Corinzi 4:6 – 2 Giov. 1:9). Lo Spirito Santo ci aiuti a conoscere secondo la sua rivelazione. “Grazia e pace vi sia moltiplicata nella conoscenza di Dio, e di Gesù, nostro Signore” (2 Pietro 1:2). “Cristo abiti nei vostri cuori per la fede. Affinché, essendo radicati, e fondati in carità, possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, e la lunghezza, e la profondità, e l’altezza, e conoscer la carità di Cristo, che sopravanza ogni conoscenza; affinché siate ripieni fino a tutta la pienezza di Dio” (Efesi 3:17-19).
A Dio tutta la gloria.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.