Dolore profondo
Possiamo trovarci a vivere così tanto dolore da sembrare che un corpo ed un tempo non bastino più per contenerlo tutto. Ma in questi frangenti, le nostra ginocchia sono piegate e la preghiera prende il sopravvento. Il Signore è fedele. Egli è Colui che ha detto: "Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò ... il Signore è il mio aiuto; ed io non temerò ciò che mi può far l'uomo" (Ebrei 13:5-6). "Or ecco, Io son con voi in ogni tempo, infino alla fin del mondo. Amen" (Matteo, ultimo verso). Qualunque cosa accada, rimaniamo fedeli a Cristo che ha dato tutto se stesso per noi, per la nostra riconciliazione al Padre e per la nostra salvezza. Nella nostra sofferenza ci accostiamo a Dio conoscendone una natura più profonda; ed in questa diversa disciplina, noi sperimentiamo quanto l'amore di Dio continui ad operare nelle nostre vite mediante una comunione più intensa ed intima. L'apostolo Paolo attraversa afflizioni, persecuzioni, battiture, malattie; ma la conoscenza di Cristo e la gioia di servire Dio è immensamente più grande di ogni cosa, al punto da dire: "a me il vivere è Cristo e il morire guadagno. (...) Poichè a voi è stato di grazia dato per Cristo, non sol di credere in lui, ma ancora di patir per lui ..." (Filippesi 1:21-29). "Perciò noi non veniam meno dell'animo; ma benchè il nostro uomo esterno si disfaccia, pur si rinnova l'interno di giorno in giorno. Perciocchè la leggera nostra afflizione, che è sol per un momento, ci produce un eccellente peso eterno di gloria; mentre non abbiamo il riguardo fisso alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poichè le cose che si vedono sono sol per un tempo; ma quelle che non si vedono sono eterne" (2 Corinzi 4:16-18).